Al di sotto di ogni sospetto

L'Unità – I suoi uomini lo ripetono da un anno: non basta essere al di
sopra di ogni sospetto, bisogna anche «sembrarlo». Sacro principio.
Destinatari: giudici e giornalisti scomodi. Lui, il capo del governo, pratica
invece il principio contrario. E ha fatto del conflitto di interessi la
dimensione permanente della sua politica. Ad altri il compito di parlare della
giustizia. Ma certo è fantastico, da antologia, che un presidente del Consiglio
sia imputato in processi per falso in bilancio.


Che, nonostante questo, faccia presentare dal suo partito
una legge che deleghi il governo, ossia lui stesso, a riscrivere il reato di
falso in bilancio. Per depenalizzarlo in fretta, il più in fretta possibile.
Anche poche ore dopo la strage dell'11 settembre. Per «onorare con il nostro
lavoro i morti di New York».

Il capo del governo non sembra sentire vincoli di etica
pubblica. Proprietario del sistema televisivo privato, ha fatto tranquillamente
fare una legge che lo sollevi, come «mero proprietario», da alcuna
incompatibilità. Ha o no «vinto legittimamente» le elezioni? Dunque nulla osta
a essere padrone di mezza stampa e capo del governo. Anzi, per riequilibrare la
sua incolpevole posizione di privilegio nel sistema privato, ha anche lanciato
l'offensiva verso il sistema pubblico. Da un lato piazzandone alla guida ex
deputati o sottosegretari della maggioranza o esponenti del proprio impero
privato; dall'altro indicando direttamente in pubblico, per nome, i giornalisti
sgraditi e poi facendoli sparire dal video prima delle elezioni amministrative.
All'orizzonte una Rai più controllata e più mediocre, così da drenare
pubblicità verso la diletta Mediaset. E forse per l'umana ambizione civile di
"sembrare" in questo contesto un po' più imparziale, il capo del
governo ha appena assegnato i sondaggi televisivi alla società più fidata; la
sindrome della strega di Biancaneve («Specchio delle mie brame…») non esiste
evidentemente solo nelle favole.

E che dire poi del fatto che la prima (la prima!) legge che
egli ha licenziato non abbia riguardato né i malati né i pensionati né i
bambini ma la successione nei grandi patrimoni? Stimano alcuni che, grazie alla
propria urgentissima legge, egli possa oggi non versare al fisco una cifra tra
i seicento e gli ottocento miliardi. Fantastico, da antologia anche questo. Da
antologia anche quelli che scrivono che sono tutte sciocchezze perché i
conflitti di interessi «sono sempre esistiti». Ricordino costoro, almeno ogni
tanto, che i giornalisti non devono solo «essere»; devono anche «sembrare». E
ci sono affermazioni che fanno «sembrare»; fanno «sembrare» molto.

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