I trasformisti

E’ indubbiamente un libro personale. Che offre insieme un racconto, un percorso e un progetto. E il racconto degli anni, densissimi, compresi tra il ’92 e il ’94:  quelli che vanno dall’esplosione di Tangentopoli alla caduta del governo Berlusconi e che hanno avuto in Milano il loro epicentro. Il racconto di una rivoluzione in cui il vecchio e il nuovo si sono mescolati dando vita a forme imprevedibili, candide e arroganti, di trasformismo.
Ma il libro segnala anche un percorso. Perché di fronte  a questi fatti e dentro questi anni io non sono capitato come un passante incuriosito. Ci sono arrivato dopo un impegno decennale nei movimenti civile e politici che hanno combattuto le tante facce, rispettabili o sanguinarie, del regime della corruzione. Ci sono arrivato con la speranza, e a un certo punto quasi la certezza, di vedere diventare governo le mie idee e i miei valori. E vivendo dentro questi fatti densissimi e imparandone le  lezioni più dure ho continuato a camminare. Non dimenticando mai da dove ero partito e per cosa ero partito.
Da qui, anche, il libro come progetto.  Un progetto per reagire alla tempesta e fissare una rotta. Per non fare soffocare le nuove idee e le nuove voci dal rombo delle macerie che il movimento tellurico in corso continuerà per anni a scaricare sulle strade.

Nando dalla Chiesa, I trasformisti, Baldini & Castoldi 1995

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