Quando c’era Silvio (a Vercelli)

Pomeriggio domenicale a Vercelli, dove Beppe Giulietti mi aveva invitato a presentare il mio "Vota Silviolo!" ma soprattutto il film di Deaglio e Cremagnani "Quando c’era Silvio". Prima nota. C’era una marea di gente. E questo fa bene, galvanizza e abitua i militanti o simpatizzanti del centrosinistra a credere nella buona causa elettorale. Poi però bisogna parlare con chi passa per strada, poi bisogna mettere in movimento i quattro milioni delle primarie. Seconda nota: sono andato a Vercelli perché Giulietti è candidato in Piemonte 2 e anche in un posto mica sicuro. Però glielo chiedono a lui di andare in giro per l’Italia a parlare della libertà d’informazione. Ma se è solo al nono posto in lista perché non ci mandano quelli che stanno prima di lui a scaldare i cuori o a riempire le sale dell’Unione e dell’Ulivo? Che assurdità, questi posti in lista… Terza nota: il film è proprio bello. Bravo Deaglio! Imperdibili soprattutto le immagini da Strasburgo, di Berlusconi presidente di turno del consiglio dei ministri europei. Viene un fottone di rabbia a pensare che quelle immagini in quasi due anni non abbiamo mai potuto vederle se non per brevi inquadrature. Eccolo lì l’uomo che ora va in Confindustria a reclamare di avere dato prestigio internazionale all’Italia (a proposito: divertentissimo sentirlo parlare inglese!). Ma grandi anche le immagini di lui che, ancora prima di scendere in campo, riceve Gorbaciov ad Arcore, gli tasta i muscoli ridendo come se fosse un compagno di scuola un po’ pirla e poi lo porta a vedere il suo mausoleo privato. Prendetelo il film, fatelo girare. Il posto ideale? Se ce la fate, una piazza.

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