Romano e l’effetto del lampione

Romano ha vinto ancora. Diciamo 2-0, dopo avere finito il primo tempo sullo 0-0.Mi hanno colpito soprattutto due cose. La prima è che "Silviolo" non è veramente in grado di dire un amato piffero su come trova i 35 miliardi di euro che costano ogni anno le sue promesse elettorali. La seconda è che dopo lo stupendo esempio dell’ubriaco e del lampione (che Prodi deve avere tratto di peso dalla migliore sapienza accademica) Silviolo non ha più connesso. Tilt assoluto. Evidentemente basta un lampo d’ironia, quell’ironia che egli rivendica per sé come un sacro diritto, per fargli perdere la trebisonda. Da quel momento non gli è più bastato il tempo regolamentare per rispondere alle domande (recuperava sempre alla domanda dopo), poi non ha più risposto del tutto (sembrava da Marzullo: si faccia una domanda, si dia una risposta), infine si è prodotto nei suoi stucchevoli ritrattini della sinistra degli orrori (Luxuria, Caruso, Diliberto, D’Alema…..). Domanda: come sarebbero stati questi cinque anni se la Rai avesse avuto un po’ di persone con la spina dorsale, capaci di difendere il diritto della stampa all’ironia verso il capo del governo? Se la Rai avesse costretto ogni tanto B. a un’intervista vera? Capito ora come possono nascere i regimi? Anche a furia di interviste non fatte.

In ogni caso la balla dell’abolizione dell’Ici (tassa comunale abolita per editto televisivo dal capo del governo romano) è stata strepitosa. Ragazzi, quando uno nasce venditore si vede. La classe non è acqua…

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