Il “progetto” dell’Inter: ma muchela lì…

Mi vergogno un po’ a parlare di queste cose mentre il paese (o il suo 80 per cento) sta con il fiato sospeso per sapere chi vincerà le elezioni. E mentre lo splendido esercito dei coglioni (il computer mi corregge "ciglioni", giusto per dire…), al quale mi onoro di appartenere, fa ogni scongiuro contro l’incubo B. Ma un pensierino furibondo all’Inter che si fa sbattere fuori dalla Champions lo devo fare…Roba da pazzi, andare a farsi mettere sotto dal Villareal, la più debole di tutte le concorrenti, così si diceva. Ricordo che Zaccheroni venne mandato via perché era convinto che Vieri fosse in declino. E che a suo tempo, un secolo fa, nel ’98, Simoni venne cacciato perché l’Inter era arrivata seconda in campionato (le venne rubato lo scudetto a Torino) e aveva vinto la Coppa Uefa. Troppo poco, si diceva, e poi la squadra non faceva spettacolo. Così dopo una vittoria casalinga, mica dopo una sconfitta, Simoni ebbe il benservito. Dopo di lui una comica schiera di "mister" lunga come una fila alla Asl. Poi arrivò Mancini. E Moratti disse: ora abbiamo un progetto. E questa cosa del "progetto" mi è sempre sembrata grandiosa. Ma qual è? Valorizzare il vivaio? Vincere lo scudetto in tre anni con una squadra tutta italiana o giù di lì? Una società che opera in pareggio? Qual è questo progetto, accidenti? Dopo l’ennesima legnata sarebbe bello saperlo. E siccome la vita è tutta una compensazione, speriamo che l’Unione vinca. Lei almeno un progetto ce l’ha sul serio.

Leave a Reply

Next ArticleCoglioni è bello