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Io voterò così
Cara Amica, caro Amico,
in questi giorni mi giungono annunci e dichiarazioni di voto da parte di tante persone, compresi amici che non vedo da anni. Mi sentirei dunque in difetto se, in tanto vorticar d’intenti, non dicessi anch’io – con assoluta sincerità – per chi voto.
Alla Camera voterò dunque ULIVO: a) perché credo che questo simbolo abbia ben rappresentato quanto di nuovo è nato nella politica italiana in quest’ultimo decennio; b) perché le sue radici nel sentimento popolare sono così profonde da avere resistito a innumerevoli "gelate"; c) perché oggi esso è stato d’animo diffuso di chi vuole unire i democratici e i riformisti, premessa del partito democratico in cui credo.
Al Senato, dove non ci saranno le liste unitarie dell’Ulivo, voterò invece per la MARGHERITA. Dice: bella scoperta, è il responsabile del partito a Milano, per chi vuoi che voti? Certo. Ma a mia volta pongo la domanda: perché mai mi sono assunto quel compito? Perché mi identifico con la Margherita? Do qui tre risposte.
Prima risposta. Perché la Margherita rappresenta oggi il luogo in cui dichiaratamente cercano di incontrarsi culture differenti, laiche e cattoliche, in uno sforzo di sintesi che non ha eguali in altri partiti e che mi ha affascinato sin dai tempi della Rete, il bellissimo movimento con cui entrai in parlamento per la prima volta più di dieci anni fa. Senza contaminazioni, senza sintesi fruttuose, la politica italiana è destinata a ripetere se stessa in eterno. Si può dire che lo sforzo di sintesi debba avere un più ampio respiro. Vero. Ma intanto c’è e sta crescendo.
Seconda risposta. Perché la Margherita è un partito che lascia libertà di azione ai suoi militanti e parlamentari. Avete vissuto come un’offesa la politica parlamentare e governativa di Berlusconi sulla giustizia? Vi siete identificati con le battaglie più intransigenti dell’opposizione su questo tema? Bene, io mi ci sono dedicato anima e corpo e nella Margherita ho sempre trovato il massimo sostegno. Con una libertà di iniziativa, in parlamento e fuori, che difficilmente mi sarebbe stata riconosciuta in qualsiasi altro partito.
Terza risposta. Perché una Margherita che conquista ampi consensi è il miglior viatico alla costruzione di un vero partito democratico. Un partito, cioè, che non si forma per annessione del più piccolo al più grande, bensì nasce dalla convergenza tra partiti di grandezza diversa ma comparabile. Solo così esso susciterà la più estesa mobilitazione di nuove energie civili e culturali.
A me che sono esigente, ma so anche che alla politica nessuno può chiedere "tutto ciò che gli piace", questo basta. E nel pieno rispetto delle idee dei miei destinatari, mi piacerebbe che potesse bastare anche a tanti altri. In ogni caso speriamo di trovarci vincitori il 10! Questa è la prima, primissima esigenza. La sola idea mi fa sognare di svegliarmi martedì prossimo in un paese diverso.
Grazie comunque per l’attenzione che mi avete riservato e un carissimo saluto,
Nando dalla Chiesa
admin
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