Sfinimenti da incubo. E bookmakers da sogno

Non mi era mai capitato di vedere i miei amici di campagna elettorale così sfiniti. Moralmente prima che fisicamente. Oggi abbiamo fatto la chiusura dell’Ulivo-Margherita al gazebo di San Babila a Milano. E abbiamo fatto leggere dall’attrice Carla Chiarelli gli "Ultimi versi" di Giovanni Raboni, le poesie da brivido scritte per denunciare l’epopea berlusconiana e che sono state respinte postume dall’editore Einaudi, proprietà (purtroppo) della Mondadori. Le ha pubblicate Garzanti, come si sa. Be’, ha fatto impressione sentire leggere quelle poesie. Per quello che dicono e perché sono state rifiutate dalla casa editrice del poeta, la stessa che la destra di B. continua a indicare ancora oggi come il simbolo dell’egemonia comunista nel dopoguerra.

Ha fatto impressione, anche, la notizia che stasera B. (la vittima del regime…) avrebbe di nuovo violato la par condicio -come sta facendo in questi minuti- per farsi intervistare su una sua tivù dal direttore del suo giornale di famiglia. Non se ne può più.  Non vedo l’ora che quest’incubo tiri giù la serranda. L’incubo di un uomo che tiene in iscacco il paese con il suo potere e la sua ricchezza. Che ha tenuto in iscacco il parlamento senza che dalle sue file si alzasse un grido scandalizzato. Che farà ancora peggio se vincerà. Basta, basta, basta, come auspica l’Economist in edicola. Solo che il nostro "basta" ha un po’ più di pathos. O esagero? O demonizzo? O sono noioso?

Fortuna che i bookmakers inglesi danno la sua vittoria 1 a 4.5….

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