Pensierini post-elettorali

Vogliamo spiluccare un po’ le implicazioni del voto? Via, allora. Riflessione n.1. Il margine esiguo di vantaggio può perfino essere una forza. Perché dopo una sofferenza infinita come quella di ieri notte, se qualcuno si azzarda a fare saltare l’alleanza per questioni di bottega o vanità personale, la nostra gente minimo minimo stavolta lo lincia. Quando si vince la lotteria, il biglietto non si butta. Riflessione n.2. La nostra forza doveva essere il territorio. Da contrapporre (almeno in parte) alla forza della televisione. Quanto è stato usato? Alle amministrative, anche facendo leva sul ritorno delle preferenze, la presenza sul territorio deve essere decuplicata (vabbe’, è troppo, diciamo quintuplicata). Riflessione n. 3. In Campania, la Campania decisiva per il Senato, abbiamo vinto grazie all’impero di De Mita. In Calabria e in tanti altri posti grazie alle vecchie reti clientelari. Contraddizione insolubile: ne parliamo con la puzza al naso ma ci fa comodo, un comodo immenso, contarle dalla nostra parte quando si arriva ai duelli finali (Emilio Colombo è uno dei senatori a vita che potenzialmente voterebbe con noi…). Riflessione n.4. E’ per il futuro quella decisiva. L’Ulivo porta voti. Non è solo una bella cosa o un bel progetto di nuova politica. Porta proprio voti. A Milano fa cinque punti in più della somma di Ds e Margherita. Allora, ce lo portiamo al Comune, come lista unitaria? Finalmente mi sembra che se ne rendano conto anche gli altri: è un "di più" da usare con entusiasmo. Forza Ulivo. E forza Partito democratico.

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