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Provenzano e i vincitori di concorsi
Bernardo Provenzano. Finalmente l’hanno preso. A Corleone, guarda un po’ quant’era lontano e inafferrabile. Come Totò Riina preso nel centro di Palermo nel ’93. Da cittadino sono contento. Come parte civile nel maxiprocesso dell’86-’87 lo sono ancora di più. Trovo grandioso il messaggio che neanche il capo dei capi può sfuggire alla giustizia. Trovo grandioso che in questo paese si sappia che la giustizia può arrivare anche dopo quarant’anni (già…). E trovo significativo che ad avere compiuto questa operazione che dà dignità all’idea stessa di istituzioni sia stato un gruppo di persone particolari: quelle che, per usare il linguaggio di Berlusconi, hanno "come unico titolo quello di avere vinto un concorso pubblico". Insomma, gente (poliziotti, carabinieri, magistrati) che non ha mai vinto una competizione elettorale e che non ha dietro il celebre "consenso popolare". Ecco, io dico: meno male che in uno Stato ci sono queste persone; anzi, meno male che lo Stato è fatto soprattutto di queste persone. Perché è questa loro condizione – avere vinto solo un concorso – che le mette in grado di non dovere rispondere a logiche elettorali e pressioni politiche, di decidere come comportarsi guardando alle leggi e non al consenso. Oggi ha vinto questa faccia dello Stato. Non quella di Totò Cuffaro, che di consenso elettorale ne ha tanto…
Nando
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