Senato, senato, senato

A me questa storia del Senato non mi convince. La storia della maggioranza risicatissima, voglio dire. La maggioranza che non consentirebbe di governare. Ora porto qui la mia esperienza personale. Due legislature fa l’Ulivo aveva solo sette deputati di maggioranza e governò egregiamente, riuscendo addirittura nell’impresa dell’euro. Poi cadde Prodi, ma non per questione di numeri. Da tener conto, fra l’altro, che allora non c’era l’incompatibilità che si è decisa stavolta (per fortuna!) tra il ruolo di parlamentare e l’incarico di sottosegretario. Per cui c’era spesso un problema di presenze fisiche dei deputati; al Senato stavolta non ci sarà.

La scorsa legislatura siamo stati all’opposizione. Ma su alcuni provvedimenti abbiamo dato noi il numero legale. La Casa delle libertà veniva compatta a votare solo per i provvedimenti ad personam, poi squagliava. Non solo. La presenza "militare" non poteva neanche assicurarla tutti i giorni ma solo il mercoledì, talvolta il martedì sera o il giovedì mattina. Perché nelle loro file c’è gente che non lascia gli affari neanche a morire, gente per la quale stare in parlamento è un impiccio, perdita di tempo e di denaro. E allora perché pensare che non bastino tre senatori di scarto, più quattro tra quelli a vita (Cossiga non c’è mai…), più gli inevitabili transfughi che passeranno prima dal gruppo misto? Coraggio. E buona presenza, soprattutto! 

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