I piaceri del sabato sera

"Vieni, vedrai che sarà un sabato sera diverso dai soliti!". Così mi aveva detto Paola Barzaghi, un’amica di Vimercate, per farmi andare l’altro ieri al teatro Barbarigo in via Bordighera. In altre parole, a uno sconosciuto teatro d’oratorio della periferia sud di Milano. Che cosa c’era? Un music-hall, ossia un genere che odio. Ma Paola aveva insistito. Ci cantano mio marito e quello delle Acli e quello della Margherita ecc. ecc. Sono andato, portandomi dietro mia moglie (nera come la pece per lo spreco dell’unica serata settimanale che non dedico per principio alla vita pubblica) e una sua amica. E invece ho visto una cosa bella, che vi voglio raccontare. Decine di persone normali e di tutte le età, che non fanno teatro di mestiere, impegnate per più di due ore in uno spettacolo dove tutti si divertono e dove si trovano anche autentici pezzi di bravura (il fabbro di Vimercate canta divinamente). E il tutto per finanziare un ospedale nel Congo avviato da un loro amico missionario trovato morto nella jungla. Insomma, divertimento genuino per fare del bene a persone sconosciute. Con la giovane nonna che balla come una ragazzina, vestita in pelle e fataleggiante sotto occhialoni da sole. Il ragazzino che suona la chitarra e la mamma che canta sensualmente. L’impiegato che si diverte a fare il tontolone. E altre delizie. Una microfisica della normalità che mi ha riconciliato con il sabato sera. Mia moglie ci ha messo un po’ a iniziare ad applaudire, ma alla fine s’è convinta anche lei: queste cose vale la pena vederle e applaudirle. Complimenti a tutti quelli che fanno cose analoghe in giro per quest’Italia bisognosa di tornar civile. Dimenticavo: lo spettacolo si chiama "Tra due ore tutti in scena". E il pubblico non era tanto…

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