25 aprile a Milano. La ministra e il suo papà

25 aprile a Milano. Medaglia d’oro della Resistenza. Con una candidata sindaco che per governarla (la Medaglia d’oro) imbarca nella sua coalizione i nazisti di Forza Nuova. E che non contenta di questo vuole anche venire a festeggiare la Resistenza in piazza. Che bello. I nazisti e i fascisti di qua, i partigiani di là. Ha deciso di venire -spiega- perché glielo chiede il vecchio padre, deportato e medaglia d’argento della Resistenza, che vuole essere accompagnato in piazza. Curioso, il mondo. La signora Moratti non ci aveva mai parlato di questo padre. E nemmeno il vecchio padre, evidentemente, le aveva mai espresso questo desiderio, magari per protestare contro B., il capo del governo della figlia ministra, il quale disertava insolente le cerimonie del 25 aprile anche al Quirinale. Oggi, oggi che la figlia deve vincere a Milano, il vecchio padre chiede alla figlia di andare in piazza insieme. Ma che bella cosa l’amore filiale, che bella cosa la famiglia. Ma questo padre non ha anche l’impulso di chiedere alla figlia come faccia, con un padre deportato e medaglia d’argento, a mettersi con gli eredi degli aguzzini di ieri?

E se io in una campagna elettorale mi mettessi a cercare i voti di mafia, che ne direste, che avrei una bella faccia di bronzo o no?

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