Da Scampia a Milano. Musica anticamorra

Oggi (ma per il Blog è “ieri”, uffa….) sapete che ho fatto? Alla Feltrinelli di piazza Piemonte ho presentato un gruppo di giovani musicisti. Sono gli A67. Suonano bene, eccellente il sassofono. Ritmi forti, quasi scatenati. Vengono da Scampia, il quartiere di Napoli che per mesi è stato al centro delle cronache nere di camorra. Ecco, loro suonano proprio contro la camorra. Usano la musica per dire, per gridare che non ci stanno. Sostengono provocatoriamente che la camorra “siamo noi”, “siete voi” (e infatti il cd si intitola ‘A camorra song’io); per dire che si tratta prima di tutto di un modo di intendere la vita. I ragazzi. Scampia. Tutti pensano che a Napoli i ragazzini razzolino per strada vittime di un’evasione record della scuola dell’obbligo. E invece Napoli è all’avanguardia proprio nella lotta all’abbandono scolastico. Ha elaborato i programmi migliori e più avanzati. Ha dato vita alla figura dei maestri di strada, studiati anche dagli esperti dell’Onu. Il guaio è dopo. Dopo che finisce l’obbligo, a 15,16 anni. Quando si apre una voragine sociale e d’improvviso non c’è più un riferimento alternativo stabile. Ecco l’importanza della musica. Che è lì sempre, fa identità, fa linguaggio, fa tendenza. Esprime, appunto, un altro modo di intendere la vita. Lontano da quello di Mario Merola o di Gigi D’Alessio. Ecco perché il mio piacere nel presentare questi ribelli di Scampia. A loro, cento auguri da questo Blog (a proposito: tutti a Mantova dal 24 al 28!). E brava a Giorgia Fazzini che li ha portati a Milano. E a proposito di maestri di strada: il maestro per antonomasia, Marco Rossi Doria, si è candidato sindaco a Napoli. Un autentico terremoto. Ma ne riparleremo… 

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