Ancora Torino, ancora il Lingotto. Il Salone finisce sempre per avere una forte partecipazione di persone che alla cultura accompagnano un certo senso etico. Sono andato a sentirmi il dibattito di Micromega sui primi cento giorni (prossimi venturi, si spera) di governo. Strapieno. Ho ascoltato i ragionamenti di Flores, Pardi, Caselli, Travaglio e Margherita Hack (brava, brava, con molto realismo rassegnato ma positivo). Ho cercato di seguire sguardi, cenni di testa, applausi dei presenti. Che bisognerà fare, che fiducia si può avere, quasi sono i primi segnali, eccetera eccetera. Sarò schietto. La mia sensazione è stata questa: che il centrosinistra stia già rischiando di giocarsi una parte dei consensi che ha ricevuto alle elezioni. Che rischi da subito di provocare disaffezione per modi e parole usati. Di essere vissuto come uno schieramento nel quale le parole d’ordine di B. e soci hanno fatto breccia, scavano, si vanno trasformando in luoghi comuni. Attenzione, mi ha detto una signora prendendomi per mano: se ci deludete anche stavolta è finita per sempre. Ricevuto. Cercherò di passare…