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Nella casa di Maria Regina Brun
Maria Regina Brun. Conoscete questo nome? Pensate che sia l’eroina di un romanzo d’appendice? Il personaggio di una corte asburgica? No, è il sindaco (progressista) di Castel d’Ario, in provincia di Mantova. In casa sua ieri nel primo pomeriggio ho trovato, raccolto e condensato, un bel pezzo dell’Italia civile contemporanea. Tra lei, l’amica Mariangela (insegnante), parenti e amici, intorno a un riso alla pilota (quello con la salsiccia) c’era un po’ tutto. Foto di lei con Veltroni, foto -quella bellissima che hanno tutti- di Falcone e Borsellino, foto di un missionario loro amico ucciso in Brasile: dava fastidio agli sfruttatori dei campesinos e lo hanno fatto ritrovare morto in una casa d’appuntamenti, per sfregio, per demolirne l’immagine davanti alla comunità in cui lavorava. In quella casa ognuno raccontava che cosa faceva e io ho capito che vengono quasi tutti dagli scout, che fanno volontariato per gli esuli curdi difendendoli nelle loro cause anche legali, che lavorano per Libera, che vanno a Palermo a dare una mano ai preti di trincea, e naturalmente che amministrano. E figli in affido e adottati in quantità. Mentre mi stupivo e mi riempivo di ammirazione mi sono anche chiesto se non sia una minoranza esigua che rende (dal punto di vista statistico) questo paese così ricco di volontariato. Non è che in pochi si caricano di tutte le domande civili, democratiche, umanitarie che giungono alle nostre orecchie e ai nostri occhi? E poi, sui giornali e nei convegni, tutti certificano che siamo un paese nobilissimo perché ci sono tanti italiani iscritti alle varie associazioni?
Dimenticavo. Che cosa sono andato a fare Mantova su invito di Maria Regina? Ma un pomeriggio in difesa della Costituzione, è ovvio, tanto per non farsi mancare niente (sala piena, comunque). E per sostenere Maurizio Fontanili candidato del centrosinistra alla presidenza della provincia.
P.S. Ancora grazie al piccolo Francesco per il suo bellissimo sandalo in miniatura. E grazie ancora a Chiara per quella foto di Torino intinta nella delicatezza. Alla fine ci si incontra sempre…
Nando
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