Le ragazze di Saluzzo… e governare è bello!

Lo so, lo so. Sono rimasto fermo per quattro giorni. Mi prostro, chiedo scusa ai lettori che si sono imbattuti in questa deplorevole sosta. I blog si alimentano e si annaffiano tutti i giorni con amore. Ma cercate di capirmi. Giovedì scorso ho giurato come sottosegretario all’Università per il governo Prodi. E’ stata un’emozione bellissima. Ma ve la racconto solo dopo avere scritto di un incontro avuto mercoledì scorso con un gruppo di studentesse di Saluzzo, provincia di Cuneo. Mica per perdere tempo. Ma perché è proprio questo tessuto di incontri che dà un senso al mio impegno in politica e anche alla strada che mi ha portato ad avere responsabilità di governo.

Dunque. Sono venute a trovarmi sei studentesse da Saluzzo, provincia di Cuneo. Terra stupenda, di grandi distese azzurre e bianche nei giorni tersi d’inverno, di verde avvolgente in primavera. Terra di vini e cioccolato preziosi. A Saluzzo è nato mio padre (in via Carlo Alberto, da qui il nome). Fino a un paio d’anni fa ci ha vissuto la sua balia ultracentenaria. Insomma è una città a cui sono affezionato. Pamela, Cinzia, Katia, Francesca, Manuela, Roberta e la loro insegnante di lettere Maria Grazia Colombari sono venute a Milano per parlare con me di mafia. Studiano e lavorano all’Istituto d’arte (sezione metalli), e sono all’ultimo anno. Tutto organizzato da Lorenzo Frigerio, anima intelligente di Libera.

Be’, Saluzzo dista da Milano quattro ore circa di viaggio, e loro se le sono fatte per venire a fare con me un incontro di un’ora: volevano sapere in che condizioni un familiare di vittima di mafia deve affrontare la sua battaglia di giustizia. E stavano a sentire attente, comprese come amiche, come alleate antiche. Con uno sguardo che trovo raramente anche negli adulti. Poi mi hanno regalato un ritratto (potete immaginare di chi) fatto da loro in istituto con giornate di lavoro su metallo e smalto. Mi avevano appena chiamato a Roma per dirmi dell’imminenza dell’incarico. Ecco perché ho parlato prima di loro. Perché sono partito con l’idea di dare il primato a quest’Italia buona e civile. Di servire prima di tutto lei.

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