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Grazie Tony! Mantova riconoscente
To-ny, To-ny, To-ny!!! Così si sono ritrovati a ritmare a tavola, felici come pasque, i volontari del Mantova Musica Festival riuniti a pranzo domenica all’una e qualche cosa. Scenario, la celebre trattoria del Portichetto, rifugio notturno di artisti e organizzatori in vena di tirar tardi. Motivo: la voglia di festeggiare un trionfo di pubblico e di amicizia e di musica davvero meraviglioso. E’ stato tutto spontaneo. Ricky Gianco fa a un certo punto: "E per Tony Renis: hip hip…". Tutti ci guardiamo, ci chiediamo se sia il caso, poi capiamo che ha ragione ed è una sola voce con i calici alzati: "hurrà". E poi i pugni sul tavolo: To-ny, To-ny, appunto. In effetti se non ci fosse stato Tony Renis (e dietro di lui B. e Del Noce) il festival di Mantova non sarebbe mai nato. Renis voleva dirigere Sanremo e ha fatto nascere quello che ora è forse il più bel festival della musica italiano (così dicono anche gli artisti che ci sono venuti). Tra i brindisi ho azzardato il concetto che questa è la celebre "eterogenesi dei fini" e qualcuno mi ha guardato di traverso. Etero di che?
Il concerto finale della Nannini è stato strepitoso. Sono perfino andato (lo confesso oppure no?) a conoscerla nel camerino improvvisato. Ma giusto per dare il senso del clima irripetibile, vi dirò che il vincitore della Rassegna per il testo più bello, Gerardo Balestriero, la notte tra sabato e domenica ha suonato sotto i portici raccogliendo offerte per pagarsi l’hotel. L’abbiam saputo dopo (ognuno dei concorrenti lì viene a sue spese), e ci è sembrato il segno di una comunità provvisoria, che si riforma ogni anno, davvero diversa. Anche se qualche tocco di Festivalbar, va ammesso, c’è stato. Diciamo un cinque per cento; modica quantità, insomma. Nulla se si pensa che all’una di notte, in una piazza Alberti piena, si è perfino parlato di Basaglia. E questo al dopofestival sicuramente non succede. L’anno venturo -notizia notizia!- ci sarà la notte bianca. Per realizzarla ci sono già almeno cento idee nuove.
Lo so, ora si parla di elezioni, roba molto più importante. Ma un addio (o un arrivederci) a Mantova era doveroso. Grazie a chi c’è stato.
Nando
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