Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Era meglio morire da piccoli….
Sapete che vi dico? Che allora a Milano era meglio perdere fermandosi al 35 per cento. Con bei venti punti di distacco dalla Moratti. Così tutti si sarebbero ricordati che questa città è la roccaforte di Berlusconi, la città che l’ha spedito a razzo (sapendo tutto di lui) a fare il capo del governo, la città che ha mandato in senato come un dio Marcello Dell’Utri. Lo sanno tutti, ma proprio tutti in Italia, che qui il centrodestra ha una forza straripante e tutti si stupiscono -con compiacimento- che finalmente il centrosinistra si sia messo in condizione di gareggiare quasi alla pari dopo una risalita che dura da anni.
E invece questa è diventata una colpa. Ci siete andati vicini? Allora si poteva vincere. Dimettetevi tutti, voi “vertici” dell’Unione. Avanti le facce nuove. Basta con quelli che ci sono! Ma si è mai vista tanta stupidità travestita da analisi politica? Ma certo, cambiamo i segretari dell’Italia dei Valori, del Pdci, dei radicali, dei verdi, di Rifondazione, e Milano risorgerà nel nome delle magnifiche sorti e progressive. Volti nuovi più nuovi di quello di Majorino che è uno dei più giovani segretari dei Ds e che ha preso una barca di voti? Oppure una bella signorina al posto di Marilena Adamo che fa politica da decenni ma di voti ne ha presi una nave? Di me non parlo. So solo che c’è un pezzetto della Milano “riformista” che proprio non mi ama, che cerca ogni pretesto per espellermi dalla politica. Storia vecchia. Mi accusa di essere girotondino, come se i girotondi non avessero espresso, in un momento cruciale della vita nazionale, una fondamentale domanda di giustizia e di etica pubblica. Ma mente sapendo di mentire. Il guaio infatti, il guaio vero, per tanti sedicenti riformisti, non è il mio essere “girotondino”. Ma il fatto che, per nascita e formazione, io abbia una cultura “troppo” istituzionale, e dunque una certa epidermica riluttanza alle omertà, alle spartizioni, alla voglia di fare affari sulla pelle del bene comune.
Ora però credo sia giunto il momento di reagire. Reagire di fronte a questa vera opa ostile che si sta sferrando contro questo o quel partito milanese. Perciò annuncio agli amici blogghisti il seguente proposito: che stavolta, benché sia uomo mite, non farò passare niente, anche a costo di sembrare arrogante. Mica per negare errori o limiti. Ma sento d’istinto che se non si regge a questa offensiva l’intero centrosinistra verrà ricacciato indietro, che tutto quel che si è faticosamente costruito verrà liquidato. E non lo permetterò. Né a i nani né alle ballerine. Inizio domani: vi do appuntamento a Radio Popolare alle 9.30.
Nando
Next ArticleRagazzi in divisa