Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Val d’Aosta brava gente
Pont-St. Martin, provincia di Aosta, un bellissimo ponte romano che resiste ai millenni. Una brava assessora alla cultura (“e alla finanza, solo i lavori pubblici sono proibiti per le donne”, dice lei), una bibliotecaria di quelle che credono che ogni biblioteca possa essere un piccolo faro di civiltà, un libraio di razza (Cossavella di Ivrea), ed ecco che si può parlare di mafia con una piccola folla di lettori anche in Val d’Aosta. L’ho fatto venerdì sera, a conclusione dei miei giri “istituzionali”, come si dice. Brani di storia lontana, spunti di storia vicina, riflessioni amare e sincere, lei ci dà un’immagine pessimista, no ve la do realista, lei ci toglie la speranza, no vi do la speranza possibile. Alla fine ci si intende. La Borsellino non poteva vincere perché la vera antimafia può vincere solo dentro combinazioni astrali più uniche che rare, e stavolta la combinazione, come quasi sempre, non c’era. L’antimafia può essere avanguardia, non governo. Prepara il terreno a persone più pulite di chi c’era prima. Chi ha fatto la Resistenza non è andato al governo. Chi è stato in galera a Praga, lo stesso. Più facile diventare presidenti della Repubblica, vedi Pertini o Havel. La politica media è un’altra cosa.
E’ venuta a conoscermi prima dell’incontro Isoke, protagonista di una storia che la mia amica di Panorama Laura Maragnani mi ha segnalato per un suo futuro libro per Melampo. Isoke è una bella ragazza nigeriana giunta in Italia come tante sue connazionali. Ma ha avuto un finale (o un inizio) a lieto fine: un intellettuale valdostano se ne è innamorato e l’ha sposata. Parla l’italiano benissimo e si permette anche agili giochi di parole (un suo “valdostrana” mi ha folgorato). Alla fine ritorno in auto, accompagnato da Marco Peroni, giovane studioso di storia della canzone, autore di un libro su Tenco e uno su De André, e soprattutto sprigsteeniano di ferro. Viaggio notturno con qualche colpo di sonno (mio, per fortuna). Poi rapido saluto sotto casa. Sempre con lo stesso rammarico: conoscere tante belle persone in una manciata di ore, rifiutare anche una birra insieme perché non c’è tempo, ed essere sicuri che almeno la metà di quelle persone non le si rivedrà più. E una finestra aperta: qualcuna (quale non si sa) verrà comunque rincontrata.
Nando
Next ArticleReferendum, Referendum