Il Re Ciofeca

Me sventurato, me cretino. E io che ho votato per fare tornare in Italia questa specie di savoiardo! Ma sentitelo: “Tutti gli amici devono andare a votare, devono votare Forza Italia e la destra, se no siamo nel culo (…) Bisogna che ci vadano tutti, perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno”.  E ancora, sulla Sgrena e sul manifesto: “Come si chiama quel giornale lì? E’ carta abbastanza buona per pulirsene..”. E quella gag impagabile con Pippo Franco, che ascoltando il savoiardo lamentare la mancanza di dignità della sinistra, commenta “Eh, ma non c’è principe, purtroppo”. E altro, infinitamente altro. Devo dire che sulle prime, quando ho visto l’ennesima paginata doppia di intercettazioni, ho avuto un soprassalto di disgusto. Ma basta con queste vicende private, di donne in vendita, di scopate, di trame boccaccesche. Ma chi se ne frega, mi è venuto di dire inveendo in mente mia contro i magistrati o cancellieri o avvocati difensori che siano, comunque contro chi dà ai giornali quella poltiglia. Poi ho iniziato a leggere. Amici, ma lo spaccato del paese -di quella parte del paese, mi correggo- è una comica, drammatica fogna. Un aspirante re che sembra e parla come un sensale di angiporto, le stelline tivù (che nemmeno avevo mai sentito nominare) che passano dai divani al video come niente. E il portavoce del vicecapo del governo che pare un assatanato, come se non avesse modo e potere e soldi per corteggiare normalmente (e sempre da privilegiato) una signorina o una signora. Ma dico, ma non lo vuole avere il piacere di pensare che almeno una se l’è conquistata per il suo fascino o per la sua simpatia? No, eh? E poi queste star tivù che, chiamate a commentare, traccheggiano. E i politici pure. Ora sappiamo perché ogni tanto vediamo delle gambe e delle tette nude in trasmissione. Bisogna lanciare un gioco di sicuro successo, il totoporcello. Chi se la sarà portata a letto tra i ministri, i loro faccendieri e i dirigenti Rai?

In ogni caso, ancora una volta la realtà supera la fantasia. Non ci manca niente. Nemmeno il dato surreale dell’inchiesta che nasce a Potenza (con l’accusa dei deliri di… onnipotenza che subito si riversano sul povero giudice dal nome impronunciabile, Woodstock o Vierchowood, non si ricorda mai). Quanto al savoiardo, a pensarci, ho fatto bene lo stesso a votare per il suo rientro in patria. Il problema si porrebbe se fosse un re. Ma questo è una ciofeca. E allora venga anche lui liberamente al gran circo delle ciofeche d’Italia.

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