Referendum, Referendum

D’accordo, meglio soli che male accompagnati. Ma qui sul referendum siamo davvero un po’ troppo pochi. Troppo pochi a sbattersi, intendo. Ad andare agli incontri da venti-trenta persone o a discutere sulle piazze dei volantinaggi. Insomma, a fare quel che serve per giungere il più capillarmente alle persone che non sanno e che non leggeranno mai il testo della nuova (speriamo di no) Costituzione e che forse non hanno mai letto neanche quella in vigore. Forse non si capisce davvero, di testa e di viscere, che saremo pure allo stremo dopo un anno di campagna elettorale (dalle primarie di Prodi in qua) ma che il voto sulla Costituzione è perfino più importante del voto alle politiche. Andate a votare e fate votare. “No”, naturalmente. Non perché la Costituzione non si possa modificare, ma perché non la si può modificare andando contro il suo spirito. E intanto diciamo chiaro e forte che la famosa riduzione dei parlamentari, cavallo di battaglia del centrodestra, è una balla colossale. Si farà nel 2016 (se no non gliela votavano!), e intanto campa cavallo. Mentre c’è una proposta del centrosinistra che propone una riduzione più radicale da subito. E poi diciamo anche che in un referendum, quando il popolo è chiamato a far le veci del parlamento, i cambiamenti si votano uno per uno, proprio come fa il parlamento, mica in blocco, prendere o lasciare, per cui se vuoi (nel 2016, ripeto) la riduzione dei parlamentari, ti devi beccare il potere assoluto del capo del governo o la politicizzazione della Corte Costituzionale o la polizia regionale o la trasformazione del presidente della Repubblica in un notaio.

E a questo proposito io, più che sulla devolution, punterei su un semplice argomento, dovendo parlare con i sostenitori del centrodestra: ma dimmi, vorresti tu che Prodi, dopo avere vinto le elezioni per il rotto della cuffia, oltre a governare (cosa che non ti è mai andata giù, né a te né a B.) possa avere anche poteri assoluti? Ma non ci pensi ai tuoi diritti di minoranza? Ma sei proprio un babbeo? Tutti in palla, amici. Verso domenica e lunedì.

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