W l’Italia! W l’Italia del 26 giugno!

Sono felice. Felice. Di una felicità intensa. Immensa. W l’Italia del 26 giugno. W l’Italia che ha fatto la cosa più importante che un popolo possa fare: difendere la sua Costituzione. W Milano, medaglia d’oro della Resistenza, che ha fatto vincere i no, unico capoluogo con Mantova in tutta la Lombardia. Sabato sera, quando mi erano stati comunicati i risultati dei vari sondaggi d’opinione (vincono di misura i sì se vota più del 50 per cento), ero stato preso dall’angoscia. Avevo pensato che se la Costituzione fosse stata ripudiata dagli italiani, sarebbe stato il completamento di uno sfacelo etico-politico. Che non ci saremmo più ripresi. Magari avrebbe tenuto il governo. Ma il suo fondamento etico non sarebbe stato più lo stesso. Ho preso le gocce per dormire, dicendo a chi mi stava intorno nel breve week end di riposo che “se vince  il sì è come se mi cambiassero il cognome, la mia carta d’identità”. Non esageravo, per me era davvero così.

Non è stato così. Abbiamo vinto. E abbiamo gioito stasera in piazza Duomo, in trecento, chiamati all’ultima ora da me medesimo e da alcuni amici, perché sembrava che nessuno avesse voglia di festeggiare. Per carità, non sia mai che ci facciamo del male…Abbiamo ringraziato le signore dei gazebo, perché l’impegno di questi mesi è stato in gran parte femminile. Sventolato il tricolore del 26 giugno e della Liberazione, mentre Speroni annunciava che l’Italia e gli italiani fanno schifo (che è quello che lui e i suoi amici pensano realmente…).

Quando ho invitato una mia amica a venire in Duomo mi ha risposto che era a Roma, dove si erano riuniti a festeggiare quelli che hanno lavorato “davvero” per il referendum. Complimenti a chi ha lavorato “davvero”. E chissà se cambieremo mai. Io mi auguro solo che questa vittoria non ci faccia montare la testa. E non ci faccia pensare che per gli italiani tutto va bene così com’è stato finora. Né ci induca a inciuci già tentati con esiti micidiali. Nel frattempo diamo un’occhiata a chi doveva svolgere una funzione di garanzia alla Rai: non ha saputo dare alcuna garanzia nemmeno quando c’è stata di mezzo la posta suprema della Costituzione. Chi garantisce che cosa?

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