Taxi driver

Bersani Bersani…Ebbene sì, trovo il decreto sulle liberalizzazioni un grande segno di novità, di modernità, di rincivilimento. Non se ne può più di queste centinaia di pedaggi e balzelli che dobbiamo pagare appena ci muoviamo. E che si sommano, giorno dopo giorno, nel renderci più cara e faticosa la vita. Basta con l’arbitrio delle banche e delle assicurazioni e di tante professioni nei nostri confronti. Non dovevamo ridurre il costo della vita? Non dovevamo offrire opportunità di lavoro a tutti, per fare emergere i più meritevoli? Non abbiamo invocato il mercato ogni momento? Il guaio è che da noi troppe volte “proprietà privata” e “mercato” non hanno coinciso. Questo però non mi impedisce di pensare una cosa in controtendenza con molti lettori. Ed è che i tassisti, i famosi tassisti, qualche ragione ce l’hanno. Intendiamoci: trovo indecente che si possa fare mercimonio di un’autorizzazione pubblica, quale è una licenza. E dunque considero un vero scandalo che recentemente a Milano siano state messe all’asta privatamente delle licenze, per guadagnarci cifre vicino ai duecentomila euro. Però da decenni chi voleva fare il tassista è dovuto passare per queste regole. Le ha subite. Si è svenato per tirar fuori cifre che io, con il mio più ricco stipendio, potrei recuperare in quindici-venti anni. Che dire a queste persone? Che dire ai cassintegrati dell’Alfa che hanno pensato di trovarsi un nuovo lavoro indebitandosi, con il mito di un taxi? Io direi chiaro e tondo che d’ora in poi le licenze non si possono più vendere. Se qualcuno le ha comprate per specularci, fatti suoi. Ma se qualcuno le ha comprate per lavorare (magari pensando anche a suo figlio) e ora si trova beffato, non credo che possiamo alzare le spalle. Qui non siamo davanti al lucro cessante delle banche o anche dei notai o dei farmacisti. Qui siamo davanti a un danno emergente. A trecento milioni di una volta che potrebbero diventare carta straccia. Un aggiustamento bisogna trovarlo. Anche perché mi sbaglierò, ma ho la sensazione che le categorie danneggiate nei loro privilegi manderanno avanti i tassisti per fare montare la protesta, per fare casino in piazza. Ascoltiamoli. E ricordiamo che comunque il governo (com’era logico) ha passato la palla ai comuni. E dunque in ogni comune troviamo la soluzione più intelligente.  P.S.  parlo così anche se un tassista sabato mattina è stato a un passo dall’aggredirmi fisicamente per strada, vedi un po’ che senso di giustizia…

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