Due a zero. Le pagelle di Nando

Lo so, lo so. Sono in ritardo. E voi volete sapere che cosa pensi di Italia-Germania. Ho avuto un sacco di sms, tanti amici mi chiedono (molti con tono ilare assai) se ora scriverò Due a zero e io qualcosa vorrei pur dire. Dunque chiedo scusa. Il fatto è che il Ministero, anche se non ci si crederà, alla fine chiede più tempo e lavoro del parlamento. Sissignori, anche del parlamento vissuto dall’opposizione nell’era di Berlusconi.

Intanto vi invito a leggervi qui accanto ciò che ho scritto sulla gloriosa Unità sul senso della grande festa notturna. Poi vi dirò che i tempi supplementari quasi non li ho visti. Che me ne sono uscito sul balcone dopo la fine del secondo tempo perché ho temuto seriamente un infarto. Avevo il cuore che mi scoppiava e mi sono reso conto che non avrei retto né i tempi supplementari né, tanto meno, i rigori. Questo è il calcio, amici. Questo il calcio quando è pulito. Appena annuso che è in compravendita chiudo e me ne frego. Ma l’altra sera era proprio diverso. Così mi sono rifugiato sul balcone per ascoltare la sola radiocronaca. Che bella la vecchia, cara radiocronaca: che non ti fa vedere, che ti tiene sempre sul filo dell’emozione anche quando la palla è piantata a centrocampo, ma al tempo stesso ti impedisce anche di vedere i pericoli che arrivano, i buchi che si aprono, i rischi e gli errori, e dunque ti protegge (tecnologicamente, umanitariamente) dai fottoni in agguato. A un certo punto, fissando la luna, ho sentito tutte le finestre urlare “no”. Era il palo di Gilardino. Allora sono rientrato, ho visto il replay, la traversa di Zambrotta e tra un passo indietro e uno avanti sono rimasto qualche minuto. Poi sono uscito ancora. Ho “sentito” nell’aria, come un cane quando arriva il terremoto, che l’Italia stava per fare gol. Neanche il tempo di afferrare l’intuizione e tutta Roma ha gridato gol. Sono rientrato e ho visto Grosso urlare come un ragazzo in paradiso “non ci credo, non ci credo, non ci credo” . Stupendo. Come stupendo, subito dopo, è stato il passaggio di Gilardino, manco avesse gli occhi sulla nuca, a Del Piero che arrivava da dietro. E stupendo è stato il gol di Del Piero. Che per tanto tempo mi è stato un po’ qui perché portava via il posto al divino Baggio; ma che oggi ammiro per l’umiltà con cui si è difeso dal saggio sadismo di Capello nella Juve.

Ora andiamo verso la Francia. Sapendo che sarebbe davvero difficile inghiottire una terza sconfitta in otto anni. Ma, per dire come Grosso, “non ci credo”. Volete le pagelle? Ma siete incontentabili. Comunque eccovele. In trentesimi, come è giusto. Buffon 29 (esiste, si dà, si dà); Zambrotta 27, Cannavaro 30 e lode, Materazzi 27, Grosso 30; Camoranesi 25, Pirlo 29, Perrotta 25, Gattuso 30; Totti 26; Toni 25. Iaquinta 28, Gilardino 29, Del Piero 29. Olé!

Leave a Reply

Next ArticleGioca l'Italia, gioca la camorra