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Metti una sera a cena. Il bello della Rete
Metti una serata a Roma, a casa di una delle giornaliste Rai più simpatiche. Non una squinzia qualsiasi, intendiamoci, ma una di solida professionalità e che ha anche scritto cose importanti. Il nome? Eh no, non ve lo dico. Primo: perché così si mette più sale sul Blog. Secondo: perché non vorrei che prima o poi qualcuno le facesse pagare le sue amicizie. Le quali ieri sera risultavano così distribuite. C’era Leoluca Orlando, l’ex leader della Rete e sindaco di Palermo, con la moglie Milly in gran forma, benché incredibilmente due volte nonna. C’era il senatore Giambrone, eletto in Sicilia nell’Italia dei Valori, già collaboratore stretto dello stesso Orlando. C’era Fabiola Paterniti, capoufficio stampa dei Verdi al Senato, ormai somigliante a Sabrina Ferilli ma con in più il pregio di non essere mai stata con Cattaneo (vergogna, Sabrina!). C’ero io, ovviamente, che sono l’io narrante della vicenda. C’erano Stefano Marcocchia (funzionario del gruppo Margherita al Senato) e sua moglie Simona De Luca (ministero dell’Economia) con i loro due magnifici pargoletti. C’era anche il mitico Mirabelli, funzionario intellettuale del Quirinale. C’era un gruppetto di Libera, intento a progettare nuove iniziative antimafia. C’era l’attrice Loredana Martinez, che ha portato nei teatri di tutta Italia la celebre ballata di Luciano Violante sui bambini morti di mafia. E altri ancora. Doveva esserci anche Chicca Perugia, neodeputata di Rifondazione. Ma non è venuta. L’ho chiamata al telefono verso le undici e ha risposto che era a una riunione del partito sulla situazione internazionale, che mancavano ancora sei interventi e le conclusioni (le mitiche “conclusioni”…). Ambe’, mi son detto…Le ho fatto gli auguri e ho capito che non sarebbe mai venuta. Qualcuno invece avrà capito a questo punto che razza di riunione fosse quella di cui sto parlando.
Ebbene sì, tra paste fredde e vino bianco, era una specie di raduno della Rete, che fu -lo dico ai lettori ragazzi- un combattivo movimento politico con l’idea fissa della legalità nell’Italia di Tangentopoli e delle stragi mafiose. Un raduno dei suoi ex membri di stanza a Roma. Oggi sparsi per l’intero universo del centrosinistra, a testimonianza che era davvero un movimento trasversale. Un clima allegro, piacevolissimo, in cui non si parlava solo al passato. Insomma, non alpini che si ritrovano a ricordare, ma gente che sta sul presente con lo stesso spirito entusiasta con cui iniziò a far politica in una delle fasi più buie della vita del paese.
Riflessioni in pillole. E’ bellissimo far politica se poi ti rimangono queste amicizie, mai guastate dalle difficoltà della vita. I ragazzi entusiasti che ci seguirono allora sono in buona parte il meglio della politica e dell’impegno civile di oggi (ma molti hanno sfondato anche nelle professioni). Dunque non è vero che chi è onesto è sempre anche un po’ fesso. La risata più fragorosa e divertita? Quando abbiamo pensato a quanto ci avrebbe tenuto B. a essere lui al posto di Prodi a festeggiare i mondiali. Poverino, ci siamo detti con una punta di compassione, pensare che tutto questo popo’ di roba sta accadendo per 24.000 voti e per un palo…
Nando
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