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Vittime d’ Alitalia. Forza Bersani!
Evviva Bersani! Vedo che in tanti ce l’hanno con lui, anche amici che hanno votato per Prodi. Amici che si erano abituati ad alcune concessioni o regalie (non dirò privilegi) e che se ne erano dati via via una spiegazione nobile: la qualità del servizio, la qualità delle prestazioni, ecc. Come diceva quel tale, ogni tanto la struttura (l’interesse, anche legittimo) determina la sovrastruttura (l’ideologia). Ecco, ieri ho quasi sciolto un inno al Bersa piacentino. Ed è stato a Linate quando alle 16.50, a freddo, è stato comunicato a qualche decina di passeggeri che l’aereo per Roma era stato cancellato. Scene di indignazione, di rabbia, qualcuna di disperazione, come quella di una giovane che piangeva e diceva che doveva essere a Fiumicino alle 18.30 e supplicava che la aiutassero a partire con l’Air one. Chi non è fesso e vola di frequente ha capito subito che cos’era successo: pochi passeggeri alle 17 e alle 19 (volo successivo), cancelliamo quello delle 17 per non sprecare carburante. Roba che solo in Italia. I passeggeri (con qualcuno che meriterebbe di essere reclutato tanto era bravo nell’arte della contestazione a braccio) hanno dato vita a una specie di assedio alla hostess, la quale dal canto suo rimandava al caposcalo ma non dava una risposta che fosse una. Il finimondo è successo quando il nostro volo è stato usato per metterci su i più numerosi passeggeri diretti a Lametia Terme. Sono dovuti intervenire i poliziotti, sempre di più. I primi arrivati non si capacitavano della situazione; e chiedevano (invano) alla hostess di dare almeno spiegazioni e di aiutare la ragazza che piangeva.
Alla fine qualcuno (un giornalista) mi ha riconosciuto e allora mi ha usato come scudo, visto che io in queste occasioni cerco di non fare mai quello che “lei non sa chi sono io”. Così hanno incominciato a gridare che era un’indecenza che non si sentissero nemmeno in dovere di dare una spiegazione a un membro del governo. Qualcuno protestava a sua volta che “siamo tutti uguali”. Ma i vicini gli rispondevano che così almeno qualcuno sarebbe arrivato. In effetti, dopo la bellezza di quaranta-cinquanta minuti è arrivato un supervisor (ma sì, in inglese!). Che ha spiegato: avaria all’aereo per Lametia (ai cui passeggeri però nessuno aveva annunciato ritardi per guasti tecnici, nemmeno di dieci minuti) e dunque preferenza per Lametia perché per Roma ce n’è un altro dopo. Non ci ha creduto nessuno. E intanto i poliziotti erano diventati venti. Siamo partiti non alle 19, ma alle 19.30. Motivo ufficiale del ritardo raccontato in aereo: perché abbiamo dovuto accogliere i passeggeri dell’aereo delle 17!! Mitica davvero come panzana. E perché mai in ritardo, visto che eravamo lì da un’ora? Direte: e che c’entra Bersani? C’entra. Perché le liberalizzazioni, se fatte bene e contro tutti (e a vantaggio di ancora più tutti!), cambieranno finalmente questo paese. Dove il cittadino che paga un servizio è trattato come un dipendente senza diritti. Ma dico, può l’Alitalia chiedere altri soldi ai contribuenti trattando i clienti come cretini senza diritti? Ora basta. Forza Bersani! E non guardare in faccia nessuno, neanche la Telecom!
Nando
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