Il ritorno di B.? Cari amici non mi avrete

Non ci posso pensare. Non ci posso pensare che tra un paio di giorni il governo potrebbe andare sotto al voto di fiducia in Senato sulla missione afgana. Ho sputato letteralmente l’anima nella scorsa legislatura per contrastare il governo B. e le sue leggi della vergogna. So le umiliazioni che abbiamo vissuto; e chi non le sa si rilegga il mio “ho visto”, testimonianza dal vivo di un regime montante dalla forza sconosciuta. Vorrei aggiungere: non sapevamo ancora tutto, perché nulla è utile (in teoria) per fare bene l’opposizione come andare al governo e vedere che cosa c’è nei cassetti del potere.

So per certo che se la fiducia dovesse mancare andremmo a nuove elezioni. E che le perderemmo. E giustamente. Perché B. potrebbe fare nei suoi comizi una parodia ancor più efficace e credibile del centrosinistra. Dai vergognosi pizzini delle elezioni di Marini alla presidenza del Senato alla manfrina per il Quirinale; fino ai dissidenti su una questione (la missione in Afghanistan) che era già stata affrontata concordemente prima delle elezioni. Sarebbe una tragedia per il Paese, per il suo decoro, per la sua cultura, per il suo senso comune, e non me ne frega niente della famosa "immagine all’estero". Lo dico ben conoscendo i limiti culturali del centrosinistra; per carità, nessuna divisione del mondo in buoni e cattivi. Solo, un realistico giudizio su ciò che potrebbe accadere.

Preoccupato del mio posto al ministero dell’Università? No, io un mestiere, diversamente da qualcuno, ce l’ho. E anche bello e ricco di motivazioni. Sono preoccupato per quello che può accadere seguendo il principio del mio amico Gino Strada, secondo cui se un governo cade sulla guerra c’è sempre da brindare. No, io ho visto l’altra maggioranza alzarsi in Senato in una standing ovation da brivido quando venne approvata la mozione di appoggio alla guerra, quella vera, quella “preventiva”.

Non oso immaginare il "dopo". B. andrebbe al governo e farebbe tabula rasa di tutto. Io so che stavolta non sputerei più l’anima per fargli l’opposizione. Perché si può sbagliare una volta. Ma la seconda no, è diabolico. E i diavoli non li sostengo, vadano in piazza a farsi giudicare da chi li ha eletti, compresi i loro fan, si intende.

Ho solo un rammarico. Ricordo bene la rabbia incontenibile che provai nel ’73 di fronte a un signore che, commentando il golpe cileno, disse con sovrana disumanità "ogni popolo ha il governo che si merita". Pensai che fosse una vigliaccata mentale, un alibi per ogni porcheria politica. Ma se oggi B. dovesse tornare al potere, dovrei ammettere che è vero: ogni popolo ha il governo che si merita. E allora non mi avrete più.

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