Ma Di Pietro ha ragione

Secondo me Di Pietro ha ragione. Sono a favore dell’indulto da quando, come esponente della commissione Giustizia del Senato, ho girato un po’ di carceri italiane portando negli occhi l’immagine di papa Wojtyla – chino, malfermo e indomito – a Montecitorio, davanti alla Camere riunite, e nelle orecchie la sua voce che chiedeva clemenza. Clemenza con disperazione, la disperazione dei dannati della terra. E’ una scena che non dimenticherò mai; e la cui influenza su di me non mi fa sentire in alcun modo meno laico di quanto dovrei e vorrei essere. Più di cento sono i passaggi della vita che ci segnano nei nostri atteggiamenti. E quello fu uno dei cento e più passaggi decisivi. Oggi però non capisco perché si debba cedere al ricatto di Forza Italia. Non capisco perché una cosa sensata e umana si potrebbe fare solo al prezzo di mandare liberi alcune decine di malfattori che nulla c’entrano con il tema che legittima il provvedimento dell’indulto: l’affollamento delle carceri. Settanta persone non affollano un bel niente. Anzi, alcune di loro, a partire da Cesarone Previti, se ne stanno tranquillamente a casa loro. E nessuno di loro ricorda, nemmeno alla lontana, i dannati della terra in nome e per conto dei quali quel giorno parlò quel papa grandissimo.

Forza Italia non vuole l’indulto? Se ne prenda la responsabilità politica. Facciamogliela prendere noi, facciamola venire allo scoperto. Perché mai dobbiamo farci accusare da An e Lega di avere graziato Previti? Perché graziarlo dopo averlo visto fare del parlamento l’uso che si fa di uno zerbino, di una roba che sta al proprio personale servizio? E perché confermare che si è al suo servizio, dopo che dall’opposizione abbiamo gridato per anni che il parlamento ha una dignità che si pone al di sopra degli interessi personali, dopo avere sempre escluso, da Mani pulite in qua, provvedimenti di favore per i responsabili dei reati contro la pubblica amministrazione? Ma proprio noi dovevamo andare al governo per fare queste leggi “aumma aumma”? Lo so, non ho competenze di governo sulla giustizia (ora capiscono perché non ci ho nemmeno provato, quelli che mi rimproveravano di non stare lì a “presidiare”?). Però so di avere passato anni a battermi in piazza e in parlamento contro queste leggi. E la coerenza, un po’ di coerenza, per essere credibili in politica conta. Dai, Unione, dimostra che i principi non cambiano a seconda che si stia al governo o all’opposizione. Dimostra che non abbiamo due facce. Dimostra, anche, che le cattive pensate si possono cambiare senza fare cadere i governi. Interroga la tua opinione pubblica. Poi decidi… 

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