2 agosto. La giustizia e gli onorevoli avvocati

E’ il 2 agosto. Uno dei cento anniversari neri della storia italiana. Strage di Bologna. Chi vuole capire vada alla Stazione di quella città e legga i nomi e le età (già, anche quelle, pur se le vite sono tutte uguali…) delle vittime. Se le scorra sulla lapide della sala d’aspetto. Non so se i colpevoli siano stati assicurati alla giustizia, come si dice in questi casi. La Mambro e Fioravanti mi appaiono sinceri quando proclamano la loro innocenza, e non la rivendicano invece a proposito di altri atti infami. In ogni caso non sono stati colpiti i mandanti. Dunque giustizia negata.

Bei tempi -per modo di dire- quando davanti alla giustizia negata bastava prendersela con i governi dell’epoca, con la Dc al potere o con i cosiddetti Servizi deviati (perennemente deviati). Ora giustizia negata con il consenso quasi unanime del parlamento. Da qui alcune piccole note.

Prima nota. La giustizia non esiste. Dice: che scoperta! Vero. Allora precisiamo la frase: la giustizia in Italia esiste meno che in altri Stati democratici. In Italia la giustizia è quasi esclusivamente una variabile politica. Non solo variabile degli squilibri di potere, come sanno tutti i sociologi del diritto. Ma proprio variabile politica, degli interessi di partito. Dunque non è. Bisognerà rivedere tutta la teoria della giustizia negata. L’avevamo fatta troppo facile.

Seconda nota. Con la sua tipica franchezza espressiva Francesco Caruso, deputato no global di Rifondazione, ha spiegato al “Corriere” che cosa è avvenuto in parlamento: “abbiamo fatto uno scambio di prigionieri, noi abbiamo liberato i loro e loro hanno liberato i nostri”. Ineccepibile, lo avevamo capito. Nella visione di guerra civile o quasi che ha Caruso, è comprensibile. Per chi ha una visione dell’Italia da Stato civile e democratico è una somma porcheria. Bisognerà avvertire quelli che si affannano a spiegarci come dietro il provvedimento ci sia la dolcezza evangelica della clemenza.

Terza nota. Per rendere la giustizia un po’ meno “variabile politica” bisogna che gli avvocati eletti in parlamento smettano la loro attività professionale per tutta la durata del mandato. Non glielo ha ordinato il medico di candidarsi. Almeno non avremo più l’avvocato di sinistra che diventa capogruppo o esponente di punta o responsabile giustizia del suo partito, che per questo si becca i clienti potenti e poi si risolve le sue cause coinvolgendo nelle proprie strategie di mercato anche il partito di appartenenza (che non è Biancaneve comunque) e i colleghi per bene, che nulla capiscono di quanto gli accade intorno. Non c’è solo Pecorella. Purtroppo.

P.S. Non è che qualche parlamentare, per esempio Bassanini e Turci, non ha avuto la deroga al principio delle due legislature consecutive perché si è dato troppo da fare contro Fazio al tempo di Ricucci-Fiorani-Unipol?

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