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Le mie carte. Lavorare è bello
Avviso ai naviganti: cronaca di un venerdì ministeriale. Nemmeno troppo caldo, al di là dell’aria condizionata che inonda gli uffici. Ecco a voi un po’ di impegni, un po’ di temi e appuntamenti ai quali sto lavorando in questi giorni con altre persone. E ai quali dedicherò anche la prossima settimana, con la volontà caparbia di far capire, per la mia parte, che noi del centrosinistra non siamo buoni solo a fare indulti ("quel tipo" di indulti…). Dunque. Condizione studentesca nelle università. Ci sarà una grande conferenza nazionale nella seconda metà di novembre: a Roma, per ragioni di equidistanza geografica verso gli studenti di tutta Italia. Metteremo sotto i riflettori dati e novità, punti critici e cose da fare. Intanto stiamo mobilitando risorse e progetti per dare più posti letto agli studenti fuori sede. Oggi sono 32.000 in tutta Italia, con numeri ridicoli in città come Napoli. Puntiamo a realizzarne circa 12.000 nuovi (con speranze fino a 14.000) nei prossimi tre anni. E le borse di studio. Puntiamo a coprire fino al 90 per cento degli aventi diritto. E soprattutto a fare avere i soldi in anticipo, visto che le famiglie povere non ce la fanno a metterli prima loro e non è giusto che si indebitino o rinuncino. E pensiamo anche a recuperarli per via fiscale se qualcuno tradisce il patto di fiducia, ossia si prende i soldi e scappa al primo anno senza dare esami. E a proposito di famiglie povere: stiamo anche vedendo come evitare che si trovino sopravanzate dagli evasori fiscali nell’ottenere i benefici che devono spettare ai ragazzi "bisognosi e meritevoli".
L’altro grande campo su cui sto (stiamo) lavorando è quello dei conservatori e delle accademie. Una miniera, non mi stancherò mai di usare questo concetto per spiegare di che cosa si tratta. La mia grande ambizione è farne, anziché la cenerentola del sistema, un’area di assoluta avanguardia. Anche qui introducendo l’idea del diritto allo studio (assicurato a questi studenti solo in alcune regioni). Ma soprattutto facendone un elemento decisivo nella creazione di ricchezza economica, civile e culturale. Sto contando le piccole somme che basterebbero per dare l’ossigeno necessario a decine di istituti. E mi sto studiando, eccola qui, me l’ha fatta Paola, la mappa d’Italia per vedere dove si possono fare crescere sui territori, con poco sforzo economico e molta fantasia e intraprendenza, dei poli culturali-artistici con le loro specificità. Non do anticipazioni. Ma questi poli sono davvero molti. A un certo punto il paese se li ritroverà fioriti, dalla musica alla danza, dalla scultura alla scenografia, ecc. Altro che soft economy!
Ecco, cara zingara, che cosa dicono le mie carte in questi giorni. E leggerle è appassionante. Mercanti di giustizia andate retro.
Nando
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