Calabresella bella. Ma che pazzia è?

Mi giunge dalla Calabria, a firma Centro Lazzati, la seguente sconvolgente (almeno per me) notizia: il consiglio regionale calabrese ha votato una legge che dispone la non pubblicazione sul BURC (ossia il Bollettino ufficiale della Regione Calabria) degli atti della giunta e della presidenza del consiglio regionali. Se non è vero, diffida formale per il Centro Lazzati. Ma se è vero la musica cambia. E di molto. Credo che una disposizione del genere sia illegale perché va contro la norma generale sulla trasparenza degli atti pubblici. Ma la sola idea che sia potuta venire in mente a gente che si appella ai valori della democrazia mi fa inorridire. Davvero una giunta regionale (di centrosinistra) vuole sottrarre al pubblico controllo le proprie decisioni, a partire da quelle di spesa? E perché? Certo, la pubblicazione espone sempre a critiche, anche strumentali e demagogiche. E dunque costa: se non altro perché bisogna perdere tempo ed energie in spiegazioni alla pubblica opinione o in autodifesa dagli assalti delle lobby. Ma se le misure sono giuste o sensate, perché mai non ci si attrezza per difenderle? Ci sono i comizi, i siti, gli uffici stampa e la Rai regionale, no? E poi: non ci sente un po’ umiliati a mettere sotto censura i propri comportamenti? Nota ulteriore: la decisione sarebbe stata presa all’unanimità, salvi un consigliere socialista e uno di Rifondazione, presumo più per coscienza personale che per linea di partito (sì, proprio così presumo, dopo avere visto tutti allegramente all’opera con l’indulto…).

Ragazzi, sveglia. Se l’opinione pubblica esiste, batta un colpo. O queste pensate dilagheranno. Essere contro B. non può essere un alibi per nessuno. E a volte può non volere dire proprio niente.

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