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Diario di Stromboli/5
27 agosto. Socialismo in gelateria
Tira vento stasera (certo, son le Eolie…; sì, ma pare che il nome non venga da Eolo…; ecc.ecc.). Da lontano si vedono lampi da far paura, squarci rosa sul mare indemoniato. Mentre il vulcano, "iddu", come qui chiamano solo lui e Berlusconi, tira botti mica male, con lingue di fuoco che schizzano dal cratere principale invadendo il cielo ancora senza luna. A fine agosto ogni tanto capita di vivere, qui, queste nottate stupefacenti. E’ una poesia intrigante. Che affatica. Le onde si abbattono con fragore minaccioso sugli scogli, hai l’impressione che debbano arrivarti sul terrazzino o addirittura in casa da un momento all’altro. Fanno una musica senza note, dove sembra che ci siano almeno dieci musicisti a suonare in sequenze rapidissime e ripetitive (ma con fantastiche variazioni) il loro strumento: il suono dell’increspatura, del colpo di reni della cresta dell’onda, del rovesciamento sullo scoglio, della risacca, del rientro, dello scontro fra l’onda che rientra e quella che sopraggiunge… E il vento, naturalmente, che perde o riprende vigore sonoro in relazione alla musica che arriva dal mare in quel secondo.
Anche stamattina comunque abbiamo consumato il rito del Canneto. Il Canneto è un posto vicino al porto che fino a mezzogiorno e mezzo funziona da bar-gelateria (poi diventa ristorante). Ci si va verso le 11 dopo avere (eventualmente) fatto il bagno di prima mattina e dopo avere (sicuramente) preso in casa il primo e il secondo caffè. E dopo avere parlato liberamente dei propri progetti più ambiziosi e irrealizzabili al partner o alla partner che già sa, almeno nel mio caso, che il 70 per cento di quello che gli stai raccontando cercherai di farlo per davvero e dunque si spaventa. Questo aumenta però la voglia di andare al Canneto e di rimediare allo spavento con un caffè o con una granita, meglio quella alle mandorle delle altre. Il percorso verso il Canneto è lungo, fatto di salite e di discese durante le quali si maledicono ogni dieci metri i motociclisti non residenti e i residenti che gli affittano illegalmente le moto puzzolenti. Man mano che vai verso il Canneto assisti a una scena da paradiso terrestre. Vedi fiumane di persone che salgono portando sotto braccio uno, più spesso due quotidiani. Tanti quotidiani come non se ne vedono in proporzioni simili in nessun posto d’Italia. Ti sembra di vivere in un altro paese. Fisso è "la Repubblica". Poi viene il resto. Perfino "Europa" fa bella mostra di sé sopra "il Foglio". Colpisce la quantità relativa. Ma colpisce anche la qualità. Quasi invisibile "Libero", circolazione clandestina per il "Giornale". Poi arrivi anche tu dal giornalaio, ti fai la tua scorta e vai a ciucciarti la granita sfogliando quotidiani. Ah, questo secondo me Marx intendeva per socialismo…
Bagno al pomeriggio da Lidia dopo avere accarezzato Lisa, la sua cane lupa non purissima che abbaia chiedendo il permesso di abbaiare. Bisogna vederla e sentirla. Sì, dopo tanti anni, provo la mancanza di un’amicizia a quattro zampe. E con questa nota chiudo, mentre all’orizzonte promette la tempesta. Come in un film. Una coppia che si incontra sulle isole, la casetta con letti e divano, e fuori il temporale. Neanche a ordinarlo…
Nando
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