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Diario di Stromboli/7
29 agosto. E arrivò il film con i sottotitoli!!
Novità clamorose: vento su Stromboli. E cielo coperto a lunghi sprazzi. Spiaggia e soprattutto bagno probiti. Ne ho approfittato per chiudere il capitolo su Michela Buscemi, donna che si è portata sulle spalle il peso della storia della Sicilia e poi ha dovuto posarlo a terra quand’era quasi arrivata al traguardo. Sorella di due contrabbandieri (semplifico) uccisi dalla mafia, ebbe il fegato e il civismo di denunciare quel che sapeva ai carabinieri. Le fecero saltare il bar con una bomba. Si presentò lo stesso parte civile al maxiprocesso perché c’erano i soldi di una grande sottoscrizione pubblica e le avevano detto che non avrebbe dovuto pagarsi gli avvocati. La famiglia di origine la ripudiò. Poi anche i soldi della sottoscrizione le vennero negati perché i suoi fratelli non stavano dalla parte giusta. Alla fine nuova sottoscrizione, presenza coraggiosa fino a sentenza e nel processo d’appello (quando tutto è dimenticato) la minaccia di ucciderle uno dei figli. Fino al ritiro. Che lei volle fare platealmente, perché tutti ci riflettessimo, invece di sparire progressivamente nel nulla. Si pensa, si ricorda e si scrive bene a Stromboli. Contemplo quello che ho intorno, cerco di immagazzinare tutto quel che vedo e annuso per tenerlo dentro di me il più a lungo possibile. Proprio come un cammello che fa il pieno d’acqua prima di traversare il deserto.
Mi porto dietro soprattutto (no: tra le altre cose) la scoperta che la terra è rotonda. Credo che non abbia alcun fondamento scientifico quel che sto dicendo. Ma dalla terrazza di Ingrid (bar pasticceria forzaitaliota) la vista sul mare che spazia per quasi 180 gradi offre l’immagine di un orizzonte rotondo, quasi fosse un cerchio concentrico che contiene il cerchio dell’isola. Non ci avevo mai fatto caso. La sensazione non può nascere dalla lunghezza dell’orizzonte, che per esempio, sulla costa jonica è sterminato pur restando rettilineo. E’ che qui sembra proprio circolare.
Aperitivo da Alessandro Pansa alla Sciara, albergo di molte pretese (economiche) e molto andante. La voce pubblica racconta di una grandiosa e salutare contestazione del conto da parte di un magistrato in incognito che si è visto trattare come un questuante e a cui, per sovrammercato, volevano raddoppiare i costi della stanza. Serata conclusa in gloria a cena da Pippo e Rossana, venuti a vivere qui tutto l’anno da Milano. Scelta fatta a fine anni novanta e di cui non sono minimamente pentiti, anzi. Casa bella con patio sulle pendici del vulcano, tre gatti e due cani. Al termine sembrava di essere in un film (capita spesso, in questo gioco di specchi e di illusioni). Dopo cena infatti è stato proiettato un film contro le multinazionali di armi, alcolici e soprattutto del fumo. Film in inglese (con i sottotitoli!) per Lidia che deve farne una recensione preventiva. Conoscendomi, dopo tre minuti mi sono steso sul bisuolo (così si chiama qui il lungo sedile ricavato nei muretti delle case) e mi sono addormentato. Artisticamente del film non saprei dunque che dire. Sull’efficacia del messaggio (il fumo è veleno) dico solo che appena siamo tornati a casa Emilia si è messa a fumare. Per fortuna ha fumato a lungo anche il vulcano.
Nando
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