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Indolenze calabresi. Addì 22 agosto 2006
Ve l’avevo promesso. Allora, a Catanzaro Lido, sul corso iperpopolato di passeggianti per lo più in tenuta Verdone (i bravi registi non inventano niente…), abbiamo cenato a "Ti prendo per la gola". Costo di un risotto alla pescatora: 6 euro. Alici ripiene con pomodorini 9 euro. Costo del gelato: 3 euro. Non so il vino, mi bastava la ferrarelle (che però lì è a metà tra l’acqua naturale e la ferrarelle vera). Pensierini finali su una settimana calabrese. Dalla parte dello Jonio secondo me c’è il mare più bello di tutti. Blu intenso, ondoso e ventoso ma mai troppo. Con splendide "tavolate" lisce all’alba e al tramonto. Una costa piatta che è il contrario esatto delle insenature che destano l’umana meraviglia; ma spiagge profonde stupende da vedere da dentro l’acqua. Benedetta sia (sotto questo profilo) la carenza di vie di comunicazioni, la lontananza da un aeroporto che dista quaranta minuti ed è costruito comunque sul Tirreno.
Detto questo, non si capisce (almeno io non capisco) perché la Calabria fatichi tanto a valorizzare le sue risorse. Perché invece di investire sul mare blu, lo si violenti appena possibile. Dov’ero io ci sono stati anche posti di blocco stradale da parte di turisti esasperati da un’ondata di melma che si abbatteva sui bagnanti ogni santo mezzogiorno (orario che per fortuna io aborro per stare in spiaggia). Non si capisce perché i bar finiscano i cornetti alle 11, contro le abitudini di tutti i luoghi turistici. Ti dicono: se li ordina prima…Già, come se fossero gli spaghetti all’astice. O perché un ristorante sia costretto dal distributore a restare senza gelati, in agosto!, per venti giorni. Non si capisce perché sia faticosissimo trovare i giornali.. Né si capisce perché non si mettano sistemi di videosorveglianza là dove le cosche bruciano regolarmente i baracchini o i chioschi "non autorizzati". Dice: siamo poveri, che vuole, il destino, eccetera. Balle. L’agriturismo dov’ero io era tenuto con signorilità e rispetto, assicurava quiete e servizi a prezzo contenuto. Ed è stato realizzato con fondi europei. Gli stessi fondi che, con l’aiuto di qualche politico locale, il più delle volte vengono ottenuti e poi dissipati per non fare nulla e arricchire qualche privato. In quell’agriturismo sono tutti calabresi, compreso il cameriere della prima colazione, uno studente universitario che sa di apicultura e tirava fuori tutti i mieli possibili.
Forse la spiegazione più efficace (ma più che la spiegazione potrebbe essere una denuncia aggiuntiva) me l’ha data con un aneddoto proprio la creatrice di quel centro agrituristico, una professoressa in pensione di Catanzaro. Una volta, mi ha detto, andai in Germania con mio marito. Eravamo su una mercedes e a un certo punto avemmo bisogno di assistenza tecnica. Il responsabile del centro mercedes della città tedesca in cui eravamo (mi spiace ma non ricordo il nome) era calabrese. Come sempre, parlammo della Calabria e di dove eravamo originari. Lui ci disse di tornare il giorno dopo alle quattro e dieci del pomeriggio. Rimasi colpita perché non disse "verso le quattro" ma proprio "alle quattro e dieci", con una precisione di orario che da noi non si usa. E alle quattro e dieci del giorno dopo ci diede puntualmente la macchina. Ci disse anche che dopo qualche mese sarebbe tornato a Catanzaro. Sempre per la Mercedes. E che se avessimo avuto bisogno ancora di lui, potevamo chiamarlo sen’altro. Capitò che avemmo effettivamente un problema con la mercedes, mi ricordai di lui e gli portai la macchina. Ci salutò con calore. Quando gli chiesi una data per riavere l’auto, mi rispose "Provate a passare tra otto giorni". Era tornato in Calabria.
Nando
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