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Non sarà una Ventura (a sdoganare Moggi)
E brava la Ventura che ha fatto arrivare Luciano Moggi a pontificare in trasmissione alla prima di campionato! E bravo questo straccio di servizio pubblico che dove c’è da aiutare la causa di qualche imputato o condannato (basta che non sia un immigrato che ha spacciato una dose) si fa trovare lì, lustro, prono, servizievole e servile, complice e indecente. Facciamo il quadro? Moggi è squalificato per anni dalla sua qualità di dirigente del calcio nazionale dove, dicono le intercettazioni, ha manipolato un po’ di campionati fottendosene dei diritti di milioni di tifosi, di decine di società e dei giocatori di schedine (io dico con sempre più convinzione che gli dovremmo fare una bella causa civile collettiva). Ma, ecco il prodigio, il servizio pubblico lo aiuta a continuare a fare il dirigente massimo del calcio. Come, non doveva sparire, quello? Ma che hai capito? Come prima, più di prima. Anzi, il servizio pubblico, terremotato nei suoi servizi sportivi proprio dalla voglia di colpire i giornalisti che non si inchinarono a Moggi quando comandava su mezza Italia (calcistica, ma non solo), va da Moggi e gentilmente lo invita. Vieni qua, torna a darci il verbo, chissenefrega dei nostri colleghi con la schiena diritta.
Ecco un’ottima prova di come il servizio pubblico collabori potentemente a inquinare il senso civico del paese, invece di coltivarlo. Davvero il governo vuole candidamente tenersi fuori (a parole) dalla vicenda Rai? Secondo me è un suo altissimo dovere intervenire; si astenga dal contendere le poltrone per i fedelissimi ma intervenga per fermare questo sconcio. Purtroppo oggi il governo è intervenuto addirittura in trasmissione, con una stupefacente comparsata di Mastella, ossia del ministro della giustizia.
Quanto alla Ventura, a me è sempre piaciuta; credo che con Gasparri che inveiva da ministro in trasmissione abbia dato una delle maggiori lezioni di indipendenza televisiva. Ma evidentemente si cambia. E stavolta è stata al gioco. Un gioco pessimo. Per capirsi: è stata a Moggi come Vespa è stato a Previti (lo ricordate mentre attaccava i suoi giudici in prima serata dopo la condanna? Che schifo…). Dice: ma c’era il contraddittorio. E dove? Quelle due battute educate? Non diciamo fesserie. E se poi qualcuno usa l’argomento della libertà di espressione (“ma perché, Moggi non ha il diritto di parlare?”) allora ho già la proposta: domenica prossima ci vadano, per lo stesso tempo (e con quel contraddittorio) gli accusatori di Moggi e i tifosi delle squadre che lui ha danneggiato. Questo se davvero si crede alla libertà di espressione. Se no abbiamo il diritto di pensare che dietro questa indegna sceneggiata ci sono stati interessi inconfessabili. E professionalità ai minimi termini. Alla Pazzaglia.
Nando
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