Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Ma la musica cambia. A proposito di governi
Sono passati tre giorni dall’ultimo post. Lo so e avete diritto a una minima spiegazione. Venerdì sono stato a Castiglioncello a parlare dell’impegno del governo sulla musica. Convegno organizzato su tre giorni dall’Irre della Regione Toscana. Occasione bella e appassionata. Che ho usato principalmente per respingere lo slogan malizioso secondo cui “cambia il governo ma la musica è la stessa”. Ho anche malauguratamente fatto riferimento alla grandiosa esperienza venezuelana di cui ho parlato in questo Blog (regala uno strumento musicale ai ragazzi in difficoltà). Apriti cielo. Sembrava che avessi parlato solo di quello, che avessi negato l’esistenza delle orchestre giovanili qui in Italia. E’ singolare come nei contesti ad alto grado di passione un cenno, mezzo minuto di cenno, possa essere trasformato nella parte più importante di un intervento, poi essere distorto nel suo significato, fino a produrre un effetto molto simile a quello delle barzellette raccontate in caserma nel passaggio -per trafile- dal generale al soldato semplice e viceversa.
Poi, sabato, è stata la volta di Alghero, dove il conservatorio di Sassari aveva riunito in assemblea i direttori, i presidenti, i direttori amministrativi, di tutti i conservatori italiani. Anche qui un clima di grande partecipazione, ma forse più fattivo, anche perché i protagonisti erano tutti in grado di decidere bene o male qualcosa. Faceva un po’ impressione (sapete che cosa significa sentirsi ridicoli già solo per l’apparenza?) camminare con giacca e cravatta ministeriali tra la gente in pantaloncini, che ti guardava divertita e sgomenta, nel pieno di un’estate tornata in grande stile, e vedendo gruppi di turisti stranieri immersi in invidiabili bagni a mare già di primo mattino. In ogni caso anche questo appuntamento si è rivelato di grande utilità, almeno per me. E sia a Castiglioncello sia ad Alghero ho anticipato quello che vi rivelerò meglio nel post di domani (ora, come sempre, è appena passata la mezzanotte tra lunedì e martedì): e cioè che da novembre a gennaio si terrà il primo festival dei conservatori italiani! Ma sì, forza, amici, cambiare le cose non è solo un problema di soldi. Anzi, il cambiamento prodotto dal lavoro e dalla fantasia può fare arrivare i soldi in modi nuovi.
Sarei omissivo poi se non dicessi che per ragioni personali sono pure andato a Palermo. E lì mi sono finalmente vendicato anche del senso di ridicolo sofferto ad Alghero. Un bagno a Mondello nell’acqua turchese e verde e blu come nelle isole più esotiche (dove in verità non sono mai stato, ma così mi dicono e fanno vedere…). Per la serie, scontatissima: ma perché andare lontano? A proposito di Palermo: un po’ mediocre questa fiction televisiva su Falcone. Non valeva la pena di studiarci un po’ di più?
Nando
Next ArticleFinanziaria mica male, oh yes...