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Professionisti. Alla piazza della “qualità”
Ora la scoprono la “qualità”… Ma che cos’ha mai fatto l’ordine degli avvocati per difendere la qualità mentre per decenni a Catanzaro frotte di aspiranti procuratori si prendevano l’abilitazione per la futura professione a calci nel sedere (con tanto di false certificazioni di collaborazione da parte degli studi locali e con la fioritura di un vero e proprio turismo concorsuale)? Che cos’ ha fatto per difendere la qualità di fronte a eserciti di poveri diavoli, vittime nelle loro cause dei compromessi infedeli fatti sulla loro pelle a favore del cliente più ricco? E della qualità del servizio medico in tanti ospedali o zone del paese, ne vogliamo parlare? Dei morti sotto i ferri senza che nessuno subisse mai una sanzione? E, già che ci siamo, perché non ricordare che tra gli architetti milanesi l’unica persona a essere sanzionata dall’ordine per le vicende di Tangentopoli è stata quella che aveva denunciato la corruzione imperante in certi ambienti della categoria? Sento in televisione la parola “qualità” accoppiata allo stato di cose esistente e mi corre un brivido per la schiena.
Non dubito che questi professionisti possano avere qualche ragione, su aspetti specifici dei provvedimenti presi. E per quello vanno ascoltati con pazienza e rispetto. Ma, per favore, non ci parlino dei “pregiudizi sull’evasione fiscale”, perché molti singoli -d’accordo- non evaderanno; ma i dati medi delle categorie sono uno schiaffo alla civiltà del paese. E non ci parlino della qualità che vogliono preservare, ma tanto generosamente preservare, per il bene del cittadino. Nonostante tutto, un po’ di senso dell’umorismo ci è rimasto.
Nando
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