Il partito democratico. Piccola premessa

Ed eccomi di nuovo a cospargermi il capo di cenere. Sì, sono stato assente proprio mentre il Blog registrava (che bello però!) picchi record di lettori. Purtroppo sono giorni duri per il lavoro di governo. La Finanziaria è entrata nel vivo, ieri ho dovuto difenderla alla commissione Cultura della Camera e sinceramente non mi sembra che sia andata male. Vuol dire che nella maggioranza c’è più coesione di quanto appaia dai titoli dei giornali; e che le nostre ragioni sono, in fondo, meno fragili e truffaldine di quanto venga urlato ogni giorno dalla stampa del centrodestra (e non solo da quella). Avrei voglia di diffondermi sul partito democratico, che mi sembra correre il rischio di diventare una creatura senza sangue.

L’altra sera a Milano, al teatro Carcano, ho ascoltato Fassino e Franceschini. Bravi, convincenti, forse Franceschini ancora più diretto e immediato di Fassino. Però, francamente, io sono già passato per un partito che diceva di non volere essere “un nuovo partito” ma “un partito nuovo”. E lo ripetevano tutti. Oh, il partito federale, oh, i circoli, oh, il metodo totalmente nuovo, e i vecchi volponi annuivano contenti. E’ finita che siamo finiti su “Striscia la notizia” per le tessere fantasma… E allora (ma pensa te che cosa devo dire…) meno utopie e più concretezza. Secondo me il partito democratico sarà legittimato a nascere il giorno che i suoi aspiranti fondatori avranno fatto una nuova legge elettorale. Quello dovrà essere il suo certificato di battesimo davanti ai cittadini. La premessa, la premessa minima necessaria.. Poi si parli pure del resto. Se no che senso ha fantasticare di limiti ai mandati elettorali, di forum on-line, e di tutte le altre piacevolezze democratiche, se il parlamento lo pensano e lo decidono in dieci?

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