Se l’animalista fa del male

Non me l’aspettavo. Intendo: una riflessione (amarissima) che ho ascoltato ieri sera da un docente di colore dell’università Pontificia. Sono intervenuto al convegno organizzato dall’Ucsei, l’ufficio centrale degli studenti esteri in Italia, legato a una lunga attività svolta in questo campo dalla Chiesa cattolica, in particolare da don Remigio Musaragno, di cui si festeggiavano ieri gli 80 anni. Sono stati offerti dati interessanti, anche se già presenti a spanne nel nostro senso comune. Gli studenti stranieri incidono sulla nostra popolazione universitaria per una percentuale risibile, il 2 per cento (di cui, fra l’altro, il 40 per cento è composto solo da albanesi e greci). Un terzo della media europea. Frutto della Bossi-Fini. Che ha dietro di sé l’idea che gli stranieri debbano venire da noi solo a lavorare, giammai a studiare. Ma forse anche frutto della scarsa attrattività del nostro sistema universitario, visto che le percentuali si impennano nelle accademie e nei conservatori. In ogni caso è stato molto gradito dagli studenti presenti (quasi tutti africani) l’annuncio della presenza, nella carta dei diritti dello studente a cui stiamo lavorando, di una specifica sezione destinata ai diritti dello studente straniero (non è la Grande Riforma dell’università, lo so, ma intanto cambia qualcosa).

Però, dicevo, una frase mi ha colpito, mi ha preso in contropiede. Ha detto il giovane docente: per noi è un insulto sentire parlare, anche in televisione, di “concittadini a quattro zampe” ed essere chiamati noi “extracomunitari”. Siamo dunque meno di un cane?, ha chiesto. Non fa una grinza. Vedi, come sono diverse le sensibilità… Io quando sento parlare in quel modo un animalista sono indotto a dargli ragione, anche gli animali hanno dei diritti. Non avrei mai pensato che quella frase potesse suscitare rabbia e umiliazione, esasperazione anzi, in altri “nuovi cittadini”. Tanto più che chi la usa ha anche, normalmente, rispetto per ogni essere umano. Eppure…Eppure qualcuno che ha esperienze di vita diverse dalle nostre ne viene ferito. Ecco la vera complessità sociale. Teniamone conto.

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