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Woody Allen a Napoli
Ma poi i poliziotti bravi e ben guidati non bastano. Occorrono grandi atti di coraggio urbanistico. Impegno politico strenuo per spiegare ogni giorno le ragioni dei cambiamenti scomodi. E’ difficile, non voglio fornire ricette; credo che la cosa più difficile sia governare una città come Napoli. Ma siccome la città non è una fogna, bisogna mobilitarne la parte migliore. Gli insegnanti, i preti, i volontari, gli imprenditori veri, i lavoratori con un po’ di senso civico (non sono tutti). Questo è uno dei classici casi in cui non bisognerebbe offrire varchi. E invece vedrete che ci sarà chi proverà ad aprirli – basta un mese, forse due mesi – per interesse politico. Perché i soldi e i voti della camorra non odorano.
Soprattutto però pongo una domanda. Ma siamo sicuri, di fronte a quel che accade a Napoli e specialmente tra i giovani e giovanissimi napoletani, che la tivù non c’entri niente? Che nella società dell’informazione il messaggio che giunge a questi giovani dai media (tutte le case nei quartieri hanno la tivù accesa, fanno impressione) non c’entri proprio niente? Non ha nulla su cui riflettere la Rai? E Mediaset? Io ho sempre in mente ciò che mi disse una professoressa mentre scrivevo il libro sui Quartieri spagnoli: “Io lavoro tutta la mattina. Quando loro tornano a casa, tutto quello che ho fatto io viene disfatto dalla tivù, tutti i giorni. E’ una lotta impari”. Citazione obbligatoria di Woody Allen: “Il cinema prende dalla vita. La vita prende dalla tivù”. E’ proprio così. Petruccioli pensaci.
Nando
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