Woody Allen a Napoli

Ancora Napoli. Calderoli l’ha sparata grossa davvero. Napoli è una fogna, ha detto. Io credo che un politico non si possa consentire mai questi giudizi. Ma vedrete che ci saranno lo stesso centinaia di migliaia di napoletani pronti a votare gli amici di Calderoli per realizzare finalmente “il riscatto di Napoli”. Questa però è piccola cronaca politica. Andando all’impegno che ci dobbiamo mettere tutti (ma proprio tutti), io credo che la questione napoletana si risolverà quando per ogni poliziotto in più ci sarà un operatore sociale in più. Ogni volta che si aggiunge in numeri, devono esserci l’uno e l’altro. Credo di conoscere abbastanza la città. Ho dedicato un libro a una scuola media dei Quartieri spagnoli. Ho dedicato a Napoli e all’aggressione della camorra ogni attenzione nella commissione antimafia della scorsa legislatura. Gliene sto dedicando anche ora, come ho raccontato su questo blog l’altro giorno. Ci vogliono i poliziotti perché ormai l’educatore non basta più. E nemmeno il bravo ed efficiente amministratore basta più. Bisogna che nessuno respiri l’impunità. E non è difficile ottenerlo. Ma i poliziotti che ci vanno, nei quartieri, nelle strade, devono starci anni. E devono essere ben guidati. E devono ruotare nelle funzioni. E guai a chi parla di poliziotto di quartiere. Perché non c’è storia: o se lo fanno a fettine o lo corrompono. E il coordinamento del controllo del territorio dev’essere perfino feroce. Gentile nei modi: primo, perché è giusto così; secondo, per non alienarsi simpatie; ma dev’essere costante, tenace, inflessibile. Il che non succede praticamente mai.

Ma poi i poliziotti bravi e ben guidati non bastano. Occorrono grandi atti di coraggio urbanistico. Impegno politico strenuo per spiegare ogni giorno le ragioni dei cambiamenti scomodi. E’ difficile, non voglio fornire ricette; credo che la cosa più difficile sia governare una città come Napoli. Ma siccome la città non è una fogna, bisogna mobilitarne la parte migliore. Gli insegnanti, i preti, i volontari, gli imprenditori veri, i lavoratori con un po’ di senso civico (non sono tutti). Questo è uno dei classici casi in cui non bisognerebbe offrire varchi. E invece vedrete che ci sarà chi proverà ad aprirli – basta un mese, forse due mesi – per interesse politico. Perché i soldi e i voti della camorra non odorano.

Soprattutto però pongo una domanda. Ma siamo sicuri, di fronte a quel che accade a Napoli e specialmente tra i giovani e giovanissimi napoletani, che la tivù non c’entri niente? Che nella società dell’informazione il messaggio che giunge a questi giovani dai media (tutte le case nei quartieri hanno la tivù accesa, fanno impressione) non c’entri proprio niente? Non ha nulla su cui riflettere la Rai? E Mediaset? Io ho sempre in mente ciò che mi disse una professoressa mentre scrivevo il libro sui Quartieri spagnoli: “Io lavoro tutta la mattina. Quando loro tornano a casa, tutto quello che ho fatto io viene disfatto dalla tivù, tutti i giorni. E’ una lotta impari”. Citazione obbligatoria di Woody Allen: “Il cinema prende dalla vita. La vita prende dalla tivù”. E’ proprio così. Petruccioli pensaci.

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