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Indulto. Cucù il processo non c’è più
Finalmente se ne stanno accorgendo dell’indulto. Poco tempo fa era stato Fassino a mettere un po’ autocriticamente sul conto dell’Unione e della sua immagine quel provvedimento assurdo, pazzesco e anche sfrontato. Che in estate, chissà perché, veniva presentato come una necessità di Stato, un’urgenza assoluta. In realtà serviva solo a salvare un po’ di gaglioffi con casacche politiche. A contrabbandare per graziose damigelle gli scheletri negli armadi di tutti i partiti. Ora il Consiglio superiore della magistratura, spalleggiato da Di Pietro, ci spiega con l’autorevolezza dell’istituzione e con i conti di chi maneggia statistiche dall’interno del sistema che il novanta per cento dei processi sono a rischio. Di più. Qualche magistrato, ma anche qualche poliziotto, ma anche il sindaco Russo Jervolino, ci spiega che a Napoli il vaso è diventato pieno da traboccare pure grazie all’indulto, ai settemila detenuti ributtati di colpo sulla città. Magari il vaso traboccava lo stesso o era già traboccato. Certo è che l’indulto ci ha messo del suo.
Ora si parla di intervenire sulla legge. Non c’è da illudersi. Perché i buoi ormai sono scappati, che era quello che interessava ai partiti, da Forza Italia a Rifondazione. Ma io continuo a coltivare il sogno che ci si metta una pezza, giusto per ridare un senso in sedicesimo all’idea di giustizia. Per dimostrare ai trombettieri di quel provvedimento che i loro “non possiamo fare altrimenti” erano ipocriti assai, si poteva fare eccome. Sogno, guarda un po’ lo sfizio, che aggiustando questa finta legge umanitaria (che ha decretato l’indulto, non dimentichiamolo, anche per i reati non scoperti, mica solo per i poveri diavoli in carcere!), si dia finalmente la vera misura morale e giuridica e politica di quei cinque o sei che, dal governo o meno, se la sono confezionata di nascosto, ognuno con in testa la lista dei gaglioffi da salvare, e poi l’hanno imposta al parlamento a rotta di collo. Non si può far pagare a un paese le proprie amicizie pericolose, accidenti.
Nando
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