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Il bello dei Conservatori (“o” larga, please!)
Vedremo i risultati. Io credo che intanto si debba fare uscire dalla “minorità” un settore (l’alta formazione artistica e musicale) che può essere una punta di diamante del nostro sviluppo culturale, civile ed economico. So l’obiezione: e con i problemi che ci sono nei Conservatori e nelle Accademie, voi vi mettete a fare i Festival? Risposta. Sì. Perché a me non interessa pietire soldi a ogni Finanziaria (tra l’altro questo settore ne ha avuti in più rispetto al passato; bravo Mussi) per fare galleggiare e boccheggiare più o meno il sistema. A me interessa invece dargli forza, smalto, credibilità; per poi fargli ottenere più soldi sulla base di una convinzione diffusa nel paese del suo valore e della sua importanza. E fra l’altro anche i problemi organizzativi e normativi li stiamo affrontando. Ma cercando di guardare a orizzonti più ambiziosi, non solo inseguendo i temi della negoziazione sindacale.
A proposito di musica, segnalo un bell’articolo di Giuseppe D’Avanzo su Repubblica di ieri. Materia: la morte e i funerali di Merola. Quando le persone scompaiono bisogna sapere essere rispettosi verso di loro. D’accordo. Però…Però le lodi sperticate del personaggio da parte di ogni fonte istituzionale sono veramente andate oltre il lecito, vista la cultura impersonata da Merola. Che non è stata davvero la più indicata per guarire Napoli dai suoi mali. Mi è venuta una riflessione alla mente: Milano è stata culturalmente conquistata, anche nelle sue classi dirigenti, dalla cultura della fabbrichetta; Napoli rischia di essere conquistata (come diceva D’Avanzo) dalla cultura dei “lazzari”. Tutto questo mentre il grado d’istruzione del paese cresce. Obbligatorio pensarci.
Nando
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