E vai con Cirino Pomicino! Modesta proposta

Cirino Pomicino in Commissione Antimafia. Stupendo! Fantastico! Nel vero senso della parola, ossia che è una cosa da fantasia, anzi la supera. Che i pregiudicati per reati contro la pubblica amministrazione siano chiamati a rappresentare la pubblica amministrazione nella lotta contro l’illegalità, questo è un capolavoro che solo nel paese di Pirandello poteva compiersi. Nel paese di Pirandello, ma anche del Machiavelli maldigerito, diciamolo. Perché c’è qualcosa che non quadra in tutta questa vicenda parlamentare. Ricordate quando venne respinta la proposta dei deputati Orazio Licandro (comunista) e Angela Napoli (An), che chiedevano di non mettere in commissione gente sospetta di collusioni con la malavita o comunque non inquisita o condannata? I benpensanti dicevano di no perché “ci mancherebbe altro!”. Eccolo, il ci mancherebbe altro.

Be’, io non credo affatto casuale che solo un pugno di parlamentari abbia appoggiato quella proposta, che a un normale cittadino sembra davvero il minimo del buon senso. C’è qualcosa che viaggia sottoterra, e che è già esploso con l’indulto. Dirò di più: se davvero è la politica e non le regole a dovere garantire la pulizia istituzionale (principio sul quale posso anche essere d’accordo), non capisco perché i presidenti delle Camere (ossia il massimo del controllo politico) non abbiano sollevato obiezioni, visto che -diversamente dalle commissioni permanenti- sono loro a fare queste nomine, e non  automaticamente i gruppi parlamentari. In assoluto trovo la questione grave, molto grave. Chissà, forse sul piano morale Cirino Pomicino non è nemmeno il peggio in quella commissione, se ho capito qualcosa facendone parte nella scorsa legislatura. Ma certo è quello che per i suoi trascorsi con la legge diventa simbolicamente più dirompente. Sicché la sensazione che anche in questo caso ci sia stato in piccolo un nuovo scambio politico tra destra e sinistra diventa consistente (e ho anche in mente quale ma non lo posso dire, perdonatemi).

Finita la Comissione stragi grazie all’uso che ne fece Pellegrino, andiamo ora dunque anche verso la fine della Commissione Antimafia? Diciamo che un giudice o un investigatore chiamato lì a dire le cose più segrete e, anche, per lui rischiose, ha tutto il diritto di pensare che i partiti non stiano facendo di tutto per garantirgli la massima, ma proprio la massima affidabilità. E che quindi si senta legittimato a non dire tutto quello che sa. Io, in verità, proprio nel superiore interesse delle istituzioni, non mi sentirei di criticarlo. Ma allora che senso avrebbe più questa commissione d’inchiesta, se non è in grado di acquisire le informazioni necessarie? Piuttosto (questa è la mia proposta) la facciano i cittadini dall’esterno. Un po’ di studiosi, di giornalisti, di esponenti di associazioni. E con il materiale esistente, verrà fuori qualcosa di buono sicuramente. Senza correre il rischio di informare di fatti segretissimi chi, per superficialità, per scarso senso dello Stato, potrebbe non farne l’uso migliore, mettiamola così. E’ una valutazione esagerata?

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