Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono utilizzati cookie di terze parti per il monitoraggio degli accessi e la visualizzazione di video. Per saperne di più e leggere come disabilitarne l'uso, consulta l'informativa estesa sull'uso dei cookie.AccettoLeggi di più
Società Civile, la festa che fa memoria
Buon compleanno! Buoni vent’anni a “Società Civile”, il mensile che non c’è più. Che nacque vent’anni fa e che per sette raccontò la Milano da bere e delle tangenti a gogo, la ricchezza diffusa e la volgarità altrettanto diffusa, la nuova immigrazione che si stipava nelle baracche e la mafia che occupava un paio di quartieri di periferia e un pezzo di hinterland. Auguri a un’idea che attrasse la meglio età media delle professioni ma anche la meglio gioventù degli aspiranti giornalisti. Festeggeremo giovedì sera alle 21 allo spazio Krizia (la quale fu tra i sostenitori del giornale), in via Manin. Si parlerà di allora. E dell’Italia e della Milano di oggi. Se è valsa la pena e che cosa è cambiato. Con Armando Spataro, Gianni Barbacetto, Piercamillo Davigo, Giorgio Galli, Marco Vitale, il sottoscritto. E con i tanti ragazzi di allora diventati giornalisti, sparsi dal Giornale all’Unità, dalla Rai alla Bbc. E che non per nulla avranno un riconoscimento dalla storica giornalista di Le Monde Danielle Rouard.
E’ stata una delle esperienze più belle e appassionanti delle mia vita. Una fatica boia, tenere su un giornale sempre senza soldi, una redazione dove ogni volta spuntavano visi nuovi spinti dal passaparola delle scuole e delle università, mettersi lì ogni santa domenica (anche capodanno!) con i ragazzi a far fare e rifare gli articoli due o tre volte, insegnargli un po’ di etica dell’informazione, mandarli a fare servizi in luoghi impervi (dai sotterranei della stazione centrale di notte ai bar di Bruzzano, con i boss che gli chiedevano il perché delle foto e loro che rispondevano che stavano facendo ricerche per Architettura…). Quel mensile fu con la sua sola esistenza il più forte atto di denuncia nei confronti del giornalismo milanese, che non è poi tanto cambiato. Domanda: come poté un mensile fatto da dilettanti di vent’anni (a volte nemmeno) raccontare a Milano quello che anni dopo le avrebbero raccontato i giudici di Tangentopoli? Come poté sapere quel che i giudici seppero dopo in virtù dei loro poteri giudiziari? Libertà. Libertà di vedere e di parlare. Per avere dato sfogo a quella libertà, per averla incoraggiata e valorizzata, ancora pago qualcosa, vent’anni dopo, nei miei rapporti con l’élite e soprattutto con il giornalismo cittadino (e il mio amico e “correo” Gianni Barbacetto pure). E a proposito di magistrati: fu straordinario che tra i fondatori del circolo che diede nome al mensile ci fossero, ascoltate un po’ che nidiata: Ilda Boccassini, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Franco Di Maggio, Livia Pomodoro, Armando Spataro, Giuliano Turone.
Perché festeggiare i vent’anni di una cosa che non c’è più e che Gianni fa vivere in un sito che segue personalmente nel suo (poco) tempo libero? Per ricordare la forza che può avere un gruppo umano anche in una città dove non si muoveva foglia che i partiti (e Craxi soprattutto) non volessero. Per ricordare che se ci organizza per parlare nessuna verità può essere taciuta. Per dire che l’informazione è merce che ci è disponibile. E che oggi dovremmo riprenderci in mano. Per dire che anche allora si diceva che i giovani non credevano più in nulla e che non era più come nel Sessantotto…. Venite giovedì sera a Milano!! Via Manin, spazio Krizia. Auguri per i tuoi vent’anni, piccolo e indimenticabile popolo di Società Civile!
Nando
Next ArticleIl mondo di don Ciotti. Prove di società