Moderna storiella di giudici (tanti) e imputato (uno)

Moderna storiella sulla giustizia uguale per tutti. C’era una volta un signore (un idraulico?, un pompiere?, un impiegato del catasto?, un avvocato?) che aveva spesso a che fare con la legge. Aveva infatti una certa naturale propensione a commettere dei reati. E a volte le combinava grosse assai. Tangenti da capogiro, intimidazioni, provvigioni pantagrueliche ottenute in modo un po’ avventuroso e truffaldino. Sicché incominciò a esservi chi si rivolgeva alla giustizia per fermarne la ribalderia, ritenendo che in uno Stato di diritto fosse giusto che simili esuberanti cittadini dovessero essere ricondotti al principio di legalità. Egli però non se ne diede per inteso. E quando faticosamente la giustizia, attraverso tutte le sue complicate procedure, fece il proprio corso, egli pensò di coronare la sua intraprendente attività pagando il giudice perché emettesse la sentenza per lui più favorevole. Insomma: si trovarono faccia a faccia una grande fatica giudiziaria e il fruscio di una folta mazzetta. Vinse la mazzetta. Ed egli ottenne quanto voleva. Solo che un giudice più onesto si accorse dopo qualche anno che la sentenza era stata comperata. Allora avviò, con incomprensibile moralismo, un processo perché davvero la legge fosse uguale per tutti. E nessuno potesse mettersi al di sopra di essa grazie alla forza dei propri soldi.

E in effetti: che c’è di più grave, si chiedeva quel giudice, del corrompere un giudice per avere le sentenze per sé più gradite? Anch’egli fece dunque  il processo. Ma il signore che veniva processato perché aveva pagato un giudice si salvò da questo processo pagando nuovamente il giudice. Allora vi fu un nuovo giudice che indagò sul secondo pagamento. Anche lui moralisticamente convinto che eccetera eccetera. Anche lui portò quel signore a un passo dalla condanna. Accusandolo di avere pagato il giudice che doveva decidere sul fatto che avesse pagato un altro giudice. Ma il signore non si scompose. Tirò fuori un’altra mazzetta e pagò pure il nuovo giudice. E ancora una volta ottenne la sentenza che voleva. Allora un altro giudice più onesto pensò che egli dovesse essere processato per avere pagato il giudice che doveva emettere sentenza sul fatto che egli avesse pagato un giudice per evitare la condanna per avere pagato un giudice. Così andò avanti fino a che 1) il signore esuberante ebbe esaurito il suo patrimonio; oppure 2) il signore esuberante passò a miglior vita; oppure ancora 3) nessun giudice fu più corruttibile. Indicare la risposta più probabile.

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