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Sciascia-Borsellino. Il ricordo di un poliziotto
Il Corriere insiste con stoica tenacia. Ancora oggi torna su Sciascia e Borsellino. Vuole proprio avere l’ultima parola (ma non sarò da meno). Davvero, come mi ha detto quel giornalista domenica mattina, la vicenda deve sanguinargli ancora. Avete visto che cosa ha fatto oggi? Ha pescato un paio di giovanotti che negli anni ottanta facevano parte del movimento antimafia e ha registrato che ora stanno con Sciascia. Si poteva andare oltre, dico io. Padre Pintacuda e Carmine Mancuso (ai quali sono rimasto affezionato) sono addirittura passati con Forza Italia, se è per questo. Ma davvero è quel che pensano ora questi tre distinti signori che può dare ragione postuma a Sciascia o al Corriere? E’ incredibile come un quotidiano così prestigioso non si renda conto di rischiare il patetico. Che pensi che pubblicando la foto dell’incontro tra Borsellino e Sciascia può cancellare la drammatica accusa lanciata da Borsellino dopo quell’incontro, ossia la sera del 25 giugno del ’92.
Io invece vi trasmetto un’altra testimonianza, che ha ben altro vigore di quelle pubblicate oggi dal Corriere. Me l’ha mandata un poliziotto (che si è firmato per esteso). Leggetela. Leggetela e riflettete.
Non deve assolutamente pentirsi
Pentirsi di che cosa?, chiedere scusa? Ma per favore, coloro che chiedono ciò sanno di cosa stanno parlando? Io sono uno di quei "poliziotti" che ha perso dei veri amici, che ha perso dei galantuomini e ricordo bene le parole contro i "professioinisti dell’antimafia". Ricordo anche le etichette che appiopparono a Falcone e Borsellino: il primo di sinistra ed il secondo di destra. Io ho avuto la fortuna di conoscere suo padre e nello stesso tempo avere avuto la disgrazia d’intervenire il via Carini e le posso assicurare, da palermitano, d’essermi vergognato. Il Nostro paese dimentica molto in fretta, per questo non chieda scusa a nessuno, lo faccia per gli uomini che hanno dato la propria vita per avere una Sicilia davvero libera da condizionamenti mafiosi. Io, rimango con la mia solitudine e col pensiero rivolto a coloro conosciuti durante la mia attività e che non sono più con noi, sino all’ultimo venerdì in vita di Borsellino: quella è stata l’ultima volta che ho stretto la mano ad un galantuomo siciliano.
La saluto con affetto, Giuseppe G.
admin
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