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Ustica. Cassazione: chi campa, chi muore
Lo so, ci sono molte opposizioni. Sulla Cassazione campano in tanti. Ma davvero bisogna mantenere giudici e avvocati per far sì che l’ingiustizia si sostituisca alla giustizia? Quante volte ho sentito gli avvocati difensori dire: vogliamo il sistema anglosassone. Benissimo, e allora un grado di giudizio e via, innocente o colpevole, sentenza orale senza motivazione, con giurati popolari. Nel vivo della realtà, non in un’atmosfera ovattata, rarefatta, baloccandosi -decenni dopo- con i propri cavilli sul sangue altrui. Che bello sarebbe avere una panoramica completa delle biografie dei magistrati della Cassazione. Certo, su alcuni si può mettere la mano sul fuoco: Turone, Davigo, Colombo, ecc. Ma il “giuda”, per esempio, il “giuda” di Borsellino, di che cosa si occupa, che sentenze scrive con esiti irrevocabili? E quelli promossi in Cassazione per “incompatibilità ambientale”, che processi trattano? Su una cosa ho sempre dato ragione al ministro Castelli: una prova psico-attitudinale non sarebbe male. Non fatta solo all’ingresso nei ruoli, ma anche a un certo punto della carriera. La gente, si sa, con l’età non sempre migliora.
Il governo ora ci mette una pezza, promettendo (giustamente) un risarcimento ai parenti delle vittime, che altrimenti non vedrebbero un euro. Ma è un rimedio tutto politico a una decisione della quale (evidentemente) il governo stesso si vergogna di fronte all’opinione pubblica (altro che ombre sparite, dunque!). Per vergognarsi meno in futuro converrà realizzare una bella virata. Occorre una Cassazione che non possa più entrare nel merito, rigorosamente vincolata alla sua funzione costituzionale. I nostri padri costituenti, d’altronde, non erano dei deficienti. Intanto, un abbraccio e un grazie a Daria Bonfietti e a tutti i familiari per quello che hanno fatto in questi ventisei anni. L’hanno fatto anche per noi.
Nando
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