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L’Erba del vicino. In principio fu il bambino
Sta andando in onda presso la premiata ditta “l’horror in casa tua” (ovvero “Porta a Porta”) la nuova puntata sulla strage di Erba. Con tanto di disegnino, mi comunica a distanza mia moglie Emilia. Dopo le crisi di rigetto provocatemi dal Cogne-serial non riesco nemmeno a concepire di mettermi davanti alla tivù. Nuovo mostro, nuovo giro.
Dirò una bestemmia, ma quel che mi colpisce di più in tutta questa vicenda è che delle persone adulte possano provare fastidio e poi ira omicida per i pianti di un bambino di due anni. Rispetto a questo, il coltello per scannare viene dopo, è la prosecuzione, è la “fisica del delitto”. Io quando sento un bambino piangere, anche se mi impedisce il sonno compensativo programmato per il viaggio in treno o in aereo, sorrido. Anzi, sulle prime ho uno scatto di impazienza. Poi vengo preso dalla tenerezza. Un bambino piange. Dunque c’è un bambino. Dunque nascono bambini. Quando al piano di sopra, la domenica mattina presto, i bimbi urlano e giocano e capisco che stanno giocando sul materasso con il loro papà, io mi ritrovo a immaginare la scena e vorrei essere al posto del papà, magari tornando a vent’anni fa. E vedo che tanti, tantissimi, hanno il mio atteggiamento verso i bambini che piangono. Abbiano o no dei figli.
Qui, a Erba, nel cuore dell’Italia che produce e che alleva questi mostri, una coppia covava invece ira e rancore. Perché? Perché un dettaglio, il fatto che il bimbo fosse musulmano, liberava come un vento malefico l’odio che altrimenti non avrebbero potuto giustificare ai loro occhi. Emilia ha ragione a dire sin dal primo giorno (e devo dargliene atto) che questo delitto infame è nato in uno specifico brodo di cultura. Fatto di battute, di barzellette grevi, di rancore già all’alba, di odio per il diverso. Il bimbo bianco e cattolico non era abbastanza diverso – anche agli occhi di una coppia senza figli – per scatenare l’odio. Il musulmano invece “funziona”. Il resto è giallo, cronaca nera, romanzo, processo, quel che volete. Perché hanno ucciso in quel momento, se è stata decisiva la paura del processo per molestie, eccetera. All’inizio c’è un bambino. E la licenza di odiarlo.
Nando
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