Scandalo al sole: cooperazione internazionale. Lettera di una volontaria dal Terzo Mondo

Ho ricevuto oggi queste righe di denuncia da una volontaria (che si è firmata), partita dall’Italia con entusiasmo per aiutare i Paesi del Terzo Mondo. Leggetela.


Il mio stato d’animo è… furibondo!
Il lavoro mi sta assorbendo tutte le energie, tanto entusiasmo e ora arrivano i mille dubbi, perplessità e chiarimenti: non duro a lungo in questo mondo di immoralità e false etiche.
E’ bello e interessante conoscerle certe cose, è importante venirne a contatto, ma fino al punto in cui puoi ancora tirartene fuori, poi diventa soffocante, deludente.
Non sono le ore in ufficio o i viaggi per lavoro quello che mi pesano, per niente, anzi, é il contenuto di questa ipocrita cooperazione allo sviluppo. Le facce di chi si è potuto arricchire e arricchire amici e parenti grazie a chi muore per la strada, di fame, ammazzato, malato, solo. E che sia ben chiaro, non sto parlando di politica scorretta in un paese del primo mondo, dove il sud, l’operaio, il giovane e la ragazza madre, hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, io parlo di un altro livello, quello in cui la politica scorretta del paese del nord con la facciata da maria teresa di calcutta paga decine e decine di migliaia di euro capi progetto, strutture, macchine, parole parole parole. Qui le parole costano tantissimo.
Però l’acqua nella stagione secca, quella che sta per iniziare, manca; ore senza acqua. Eppure sugli splendidi impianti di depurazione inaugurati pochi mesi fa c’è una targa che dice: "con lo sforzo di tutti gli italiani, grazie al loro contributo, ogni cittadino della città avrà sempre a disposizione acqua a casa sua. Gli impianti coprono 85% degli abitanti" e altre cazzate. Perché è di cazzate che sto parlando, perché tutti lo sanno, lo sapevano e ci ridono pure a volte. ACQUA. non il paio di scarpe nuove.

Sono solo esempi di tutto quello che mi sta facendo impazzire, sono molto triste a riguardo, abbattuta e disillusa. Ci saranno altri modi, per me, di credere in quello che faccio. Per fortuna ho avuto modo di capire, conoscere, toccare con mano.

Leave a Reply

Next ArticleLegge Pecorella. Ma la rima lì fu bella