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Chi sa parli. Ovvero, il docente che ricatta
Siore & siori, a voi il Conservatorio di Milano! Come qualcuno saprà, si è aperta una querelle sul modo in cui si sono lì svolte le votazioni per formare la celebre terna da cui il ministro dovrà estrarre il nome del nuovo presidente (ebbene sì, è il “Verdi” di Milano l’istituto di cui al post precedente…). Dal momento che ho espresso perplessità sulla procedura seguita (quella che in parlamento abbiamo chiamato “la dittatura della maggioranza”), mi giungono lettere di critica in cui si adombra una mia sudditanza al presidente uscente, escluso dalla terna. E fin qui passi. Ma c’è di più. Venitemi dietro e leggete che cosa ho trovato nell’ultima mail (di cui, per rispetto, non citerò l’autore). Mi si consiglia di cambiare opinione sulla materia, perché se no (udite, udite) “Si vuole che si scoperchi – in vari modi – il ‘verminaio’? Suvvia… Si vuole che entrino in ballo avvocato e sindacati? Si vuole che iniziamo a contattare politici e giornalisti a destra e a manca, affermando cose vere ma sgradevoli?”. E si continua con allusività minacciosa: “I musici sono in genere persone libere, coraggiose e dai contatti ecumenici, fino ad ora siamo stati molto più responsabili – tacendo – di chi avrebbe dovuto esserlo per carica istituzionale ricoperta… ma ora?”.
Ma ora ve lo dico io. Ma con chi diavolo pensa di parlare costui (o costei)? Ma davvero pensano di potermi spaventare con quello che sanno? Ma lo dicano, accidenti, quel che sanno! Lo dicano! Altro che “responsabili tacendo”! Sono io ora che chiedo che si parli, che si dica e si racconti a tutti: giornalisti, politici, sindacalisti. Sono io che ho interesse (un interesse pubblico) a sapere la verità. E non pretendo nemmeno che vadano dal magistrato a firmare con nome e cognome, come dovrebbe comunque fare un cittadino degno di questo nome, specie se insegnante, e specie se ha la fortuna di non abitare in un paese di mafia. Se vogliono vengano dal sottoscritto, protetti dalla mia riservatezza, a dire quello che hanno visto e sentito, come hanno fatto altri loro colleghi di altre città, evidentemente più “irresponsabili” di loro. Me o il magistrato, decidano come più gli aggrada e gli ispira. Fuori il “verminaio”; e poi, ovviamente, si spieghi pubblicamente con le omissioni e le complicità silenziose di chi il “verminaio” ha potuto formarsi. Altro che ricattare. E sapete poi qual è stata la citazione classica che ha accompagnato la missiva? Eccola. Plotino: “Il dominio di gente trista è dovuto unicamente alla viltà di chi si lascia soggiogare”. Appunto. Appunto.
Nando
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